L’ultimo viaggio di Vocci vagabondo senza confini

Si è spento a 67 anni il fondatore di Laboratorio di Biologia marina e Circolo Istria È stato uno dei primi assessori all’Ambiente d’Italia e sindaco di Duino Aurisina
Lasorte - Visita Ciampi Collegio Mondo unito con sindaco Duino Vocci
Lasorte - Visita Ciampi Collegio Mondo unito con sindaco Duino Vocci
«Ho perso due grandi sopracciglia e un bel paio di baffi, ma soprattutto quello che stava sotto: due occhi curiosi e una bocca sempre sorridente. E aperta sulla meraviglia della bellezza». Martina Vocci ha annunciato così su Facebook la scomparsa del padre Marino Vocci a 67 anni dopo una breve malattia, a nome anche delle altre donne della famiglia, la madre Liliana e la sorella Eva. A molti mancheranno quelle grandi sopracciglia, quei baffi che regalavano un sorriso aperto sul mondo. Marino Vocci era nato nel 1950 a Caldania, Buie d’Istria, vicino a Pirano. Nel 1954, a soli quattro anni, lascia la terra natia con la famiglia. «Caldania - rappresenta un po' il simbolo del mio esodo. Dalla campagna sono approdato a Trieste, in un mondo urbano, centroeuropeo. Ma anche ostile e pieno di difficoltà. Mio padre aveva già portato via, qualche mese prima, mia sorella Giuseppina che aveva 11 anni, perché voleva che frequentasse le scuole italiane». Furono gli anni più difficili passati nel campo profughi di Opicina. «Noi eravamo gli “istriani sbagliati” - ricorda Marino Vocci - e avevamo una doppia difficoltà: eravamo visti con sospetto perché considerati dei nemici. A Trieste eravamo dei traditori comunisti filotitini e amici degli
s'ciavi
. In Istria, gli irredentisti fascisti italiani. Ma questo non era vero, io non sono mai stato fascista».


Ottiene il diploma di perito industriale all’Istituto “Volta” di Trieste. Si iscrive a Lettere all’Università di Trieste ma non termina gli studi. É pure un promettente calciatore dello Zarja e del Primorje. Negli anni Settanta inizia a lavorare prima come guida al Museo della Risiera di San Sabba e poi come insegnante nelle scuole medie inferiori. Nel 1977 fonda il Laboratorio di Biologia marina e per vent’anni (fino al 1997) ci lavora. Dal 1980 al 1985 è uno dei primi assessori all’Ambiente d’Italia. Nel dicembre 1997 diventa sindaco di Duino Aurisina, il primo eletto nelle file dell’Ulivo. Nel 2002 si dimette per una questione ambientale. Poi, fino al pensionamento del 2012, lavora ai Civici musei scientifici di Trieste occupandosi soprattutto del rilancio del Museo del Mare. È stato uno dei fondatori del Circolo di cultura istro-veneta Istria (presidente per oltre 10 anni), di Legambiente, del Gruppo/Skupina 85, dell’Associazione Dialoghi Europei. Si è battuto contro il rimosso storico del confine orientale. «Un vergognoso silenzio sia da destra sia da sinistra perché era difficile ammettere che l'Italia era uscita sconfitta dalla guerra» ricordava Vocci. Marino era un costruttore di ponti e uomo di dialoghi a partire anche dalle taverne e osterie con la sua barca dei sapori approdata a TeleCapodistria. Pure fiduciario di Slow Food uomo di amicizie uniche (Fulvio Tomizza, Franco Basaglia, Alexander Langer, Diego de Castro e Fulvio Molinari). A esprimere il cordoglio è stato ieri anche il presidente del Consiglio regionale del Fvg Franco Iacop. Oggi in Consiglio comunale sarà commemorato da Fabiana Martini.


Il suo, come ricordava nel libro “Fughe e approdi”, è stato «il viaggio di un vagabondo curioso vissuto in mezzo a lingue e culture diverse, tra il mare e la terra, tra il rovere e il leccio, tra ulivi e vigne di terra rossa e i prati verdi delle montagne; tra il canto delle cicale, dei merli e degli usignoli, tra le musiche di Bob Dylan, Guccini e De Gregori».


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