Ma il sogno di Mosser resta l’hotel di lusso Nel mirino Porto vecchio e Campo Marzio

Se è vero che Walter Mosser ha preferito non fare un albergo negli spazi dell’ex Fiera, è altrettanto vero che l’imprenditore carinziano non demorde dal sogno di costruire un hotel di lusso a Trieste. Il suo braccio destro nel Nordest italiano, il manager austriaco Armin Hamatschek, lo dice chiaramente, mentre nello studio di Francesco Morena spiega cosa nascerà tra via Rossetti e piazzale De Gasperi. «Vogliamo realizzare un albergo di grande prestigio. Ci siamo dati un tempo di due anni per individuare il sito e per impostare il lavoro. Porto vecchio e Campo Marzio, una volta che il mercato ortofrutticolo avrà traslocato in zona industriale, sono al momento le collocazioni che riteniamo più interessanti». E palazzo Carciotti? «Troppo caro - replica senza troppe circonlocuzioni - perchè alle risorse necessarie all’acquisto vanno aggiunti gli investimenti per la ristrutturazione. Una sede affascinante ma lontana dalla nostra portata». Più esplicitamente, il manager austriaco accenna a una disponibilità massima di 8 milioni, quando il Carciotti parte da una base d’asta di 15 milioni. Hamatschek non ha problemi ad ammettere che una costruzione nuova, non legata ai vincoli del restauro, costa meno e presenta meno problemi progettuali e realizzativi.
Mosser è un avvocato settantenne, originario di Villaco e laureato in giurisprudenza a Graz. Klagenfurt ha fondato nel 1995 la Mid, che ha realizzato oltre settanta immobili tra centri commerciali e parcheggi (il core business dell’ex Fiera triestina), diffusi nell’area centro-europea. Poi Mosser ha guardato verso l’Italia, dove, oltre a Trieste e a Tavagnacco, ha in animo di sbarcare a San Giuliano Milanese, a sud della metropoli lombarda.
L’operazione di riqualificazione dell’ex Fiera ha avuto effettivo inizio due anni addietro, nell’aprile 2017, quando Mid presentò un’offerta di 13,3 milioni per l’acquisto del compendio. Offerta che migliorava di un paio di milioni la base d’asta fissata dal Comune. Dopo il rogito sottoscritto davanti al notaio Pietro Ruan in settembre, il primo rendering apparve in salotto azzurro il 14 novembre dello stesso anno: Mosser, accompagnato da Morena, illustrò a Dipiazza gli orientamenti progettuali. Il 2018 e l’inizio del 2019 vennero occupati dalla brigosa preparazione dello strumento urbanistico, perchè Mid modificò l’idea originaria, togliendo il residenziale e inserendo 15 mila metri quadrati “commerciali”. Sono state necessarie tre tipi di varianti che hanno coinvolto il Piano regolatore, il Piano del traffico, il Piano del commercio. Adesso l’operazione, con qualche mese di ritardo, arriva al dunque.
La relazione Morena-Novarin sottolinea il degrado che circonda l’ex Fiera: la caserma Vittorio Emanuele III dismessa, l’ippodromo Montebello semi-dismesso, modesta la qualità dell’edificato circostante.
E’però vero che negli ultimi anni qualcosa si è mosso anche in questa porzione castrense della città: il grande condominio Ater, la sede della Polizia locale, il nuovo Archivio generale, i musei di via Cumano, l’housing sociale nell’ex fabbrica Sadoch. Il deserto dà segni di vita. —
Magr
Riproduzione riservata © Il Piccolo