Ma la linea dura divide i condomini

C’è chi pensa di chiedere subito soldi agli autori delle scritte e chi ritiene sia sufficiente il pagamento della maxisanzione
Le scritte sono comparse di fronte alla questura – in via del Teatro Romano – in via Boccardi, via Ginnastica, piazza Carlo Alberto, via delle Lodole, largo Mioni, via Venezian, largo Papa Giovanni, Cavana, piazza Hortis, via dei Capitelli, via Cadorna, via D’Alviano e in salita di Gretta, ma anche su una cassetta della posta in via Venzone. E ancora sulla chiesa della Beata Vergine del Soccorso. La maggior parte delle’opere’si trova nella zona di cittavecchia, tra piazza Cavana e via Corti.


Una tale attività da parte dei writers ha di fatto toccato le residenze o le attività di numerose persone. Triestini che, usciti di casa, si ritrovano la parete molto diversa da com’era la sera prima. Si dividono però tra chi pensa che si dovrebbe far pesare anche risarcimenti sui giovani imputati e chi pensa che sia sufficiente lasciare la Giustizia al suo corso.


Tra gli interessati, ad esempio, c’è Marina Della Torre, presidente del comitato Trieste Vivibile e titolare della merceria di via delle Mura, locale che negli scorsi anni è stato imbrattato a più riprese nelle sue pareti esterne e nella porta sul retro. «Se si presentasse l’occasione di richiedere un risarcimento prenderei quella strada – spiega – A patto, però, di evitare lungaggini burocratiche e spese legali che non ho i mezzi per sostenere».


Prosegue ancora la presidente del comitato: «Dal mio punto di vista il problema dovrebbe essere risolto direttamente dal Comune, con operazioni mirate volte a ripristinare la pulizia e il decoro del rione».


A proposito del danneggiamento della facciata della parrocchia Beata Vergine del Soccorso di piazza Hortis, ha espresso la sua posizione il parroco don Paolo Rakic, contattato al telefono: «Valuteremo di concerto con il vescovo e la diocesi l’opportunità di costituirsi parte civile».


Il sacerdote assicura che «il danno è stato notevole»: «In primo luogo per l’entità economica - spiega don Rakic -, ma anche per la complessità dell’iter di ripristino, durato un anno a causa della specialità del luogo, soggetto al vincolo della Soprintendenza».


È pesante anche la posizione di Edmondo Lalovich, rappresentante legale della società Rete S. r. l. u. , proprietaria del ristorante El Fornel, dell’hotel Porta Cavana, del residence Nove, nonché dell’osmiza di via Torretta e della lavanderia Lava e Suga, tutte aziende della cittavecchia colpite da atti vandalici: «Chiederemo un risarcimento, con la speranza che questi atti non si ripetano, perché rappresentano un danno economico e di immagine».


Nel caso delle attività rappresentate da Lalovich, i danni non si limitano alla vernice sui muri: «Abbiamo subito danneggiamenti addirittura a due mezzi di trasporto e ai tavoli esterni del ristorante - precisa il rappresentante legale -. Le telecamere, installate con intento deterrente, sono state divelte».


Una parte degli intervistati ritiene invece sufficiente lo svolgimento del processo e l’assegnazione dell’ammenda prevista. Così Mario Suman, della Cartoleria giocattoli di via Cavana: «Quando abbiamo trovato dei graffiti sulle mura della nostra attività abbiamo scelto di ripulirle immediatamente – spiega –. In questo modo abbiamo scoraggiato il ripetersi di situazioni del genere. Preferiamo non ingigantire la questione – prosegue – limitandoci a prendere atto dei provvedimenti del tribunale». La pensa così anche G. S, giovane residente in via Corti, dove campeggia la scritta “Nessun muro verrà risparmiato”: «Chi ha sbagliato pagherà, ma non ritengo necessario chiedere un risarcimento» taglia corto.


Sara Simionato, della libreria Indertat – che ha recentemente annunciato la chiusura entro la fine dell’anno – dice: «Siamo tra quelli che ritengono che siano altri i problemi di un quartiere che si sta progressivamente svuotando di spazi di socialità, non chiederemo il risarcimento anche se negli anni abbiamo trovato e pulito diversi graffiti, comprese svastiche e croci celtiche». E aggiunge: «In quel caso siamo certi che si sia trattato di azioni mirate contro la nostra realtà». ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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