Macelleria a misura di vegetariani

È la scommessa di Luca Klavcic: «Bisogna adattarsi ai cambiamenti. Offriamo alternative alla carne»

Prodotti vegetariani e vegani in macelleria. Quello che a prima vista può sembrare un bizzarro controsenso, in realtà rappresenta un segno di lungimiranza commerciale e si adatta perfettamente alla teoria della selezione naturale. Se sopravvive solo chi è capace di adattarsi ai cambiamenti, ecco allora che, in tempi di crisi, con il numero di vegetariani e di vegani in costante crescita, la macelleria Klavcic di piazza de Amicis ha deciso di mettersi in discussione posizionando, accanto al banco della carne, un frigorifero con i prodotti marchiati Liveg. Oltre alle bistecche, ai cevapcici, agli spiedini, alle salsicce e agli hamburger tradizionali, si possono trovare medaglioni di tofu spinaci e riso basmati o di seitan con cipolla, ma anche ragù di soia alla bolognese e polpettine di grano saraceno.

Da dietro la cassa, Luca Klavcic precisa che non è l’inizio di una conversione: è solo il segno dei tempi che cambiano. Se il nemico non si può combattere, allora è meglio allearsi con lui. «Siamo e restiamo una macelleria, la fiorentina rimane il nostro cavallo di battaglia, ma questo non significa che non possiamo offrire anche dei prodotti diversi», dice con un sorriso l’imprenditore goriziano spiegando, poi, che l’idea di ampliare la scelta commerciale è partita dal patron di Biolab. «Siamo qui dal 1962. Dopo oltre 50 anni di attività di famiglia, Massimo Santinelli mi ha stimolato: mi ha proposto di vendere i prodotti vegetariani e vegani. Ho semplicemente accettato la sua sfida». All’inizio qualcuno ha storto il naso e sul web c’è stato chi ha provato, invano, a polemizzare. «Non mi aspetto che i vegetariani o i vegani vengano da me, ma bisogna aprire la mente a un mondo nuovo – dice Klavcic, che a Gusti di Frontiera era stato partner di Tina Maze nello stand allestito dalla campionessa mondiale di sci in piazza Sant’Antonio -. Le industrie alimentari puntano molto su questo segmento. Significa che il mercato è interessante. Si calcola che nei prossimi anni questo settore crescerà dell’8%. Non vedo perché lo si debba ignorare».

Nel primo mese, i risultati sono stati soddisfacenti. «Devo essere sincero, non stiamo parlando di grandissimi numeri, ma è andata meglio di quello che pensavo. Anche se c’è stato chi ha visto l’iniziativa come un controsenso, in realtà la presenza di prodotto veg non toglie niente a nessuno. Anzi, è esattamente il contrari e, dopo le prime diffidenze, la gente ha apprezzato. C’è chi lo considera semplicemente un’alternativa al menù tradizionale e chi, avendo in casa chi non mangia la carne, viene qui e, in una volta sola, trova un offerta per tutti i componenti della famiglia».

Stefano Bizzi

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