Macello comunale, asta deserta Per la coop prezzo troppo alto

CORMONS. Terzo ed ultimo ribasso d'asta in vista per la vendita del macello comunale e all'orizzonte si profila il rischio dell'ennesimo deserto. La cooperativa dei norcini che da anni opera all'interno della struttura infatti pare non essere intenzionata ad accettare di sborsare la cifra di 141mila euro, frutto di due ribassi del 10 per cento l'uno, per l’acquisto dell’immobile. Le due parti, Comune e cooperativa, sembrano infatti ancora lontane: a questo punto due sono i possibili scenari. Il primo è che intervenga un altro soggetto, al momento inesistente, e che alla prossima vendita all’incanto, la terza, acquisti la struttura che però dovrà necessariamente restare macello secondo quelli che sono i dettami previsti dal piano regolatore comunale. La seconda via è quella della trattativa privata conseguente, appunto, al fallimento anche della terza asta: a quel punto il Comune potrebbe infatti scegliere come interlocutore la cooperativa per arrivare a un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Questo è, in modo abbastanza chiaro, l'obiettivo dei norcini: «141mila euro? È una cifra ancora troppo alta - spiega il rappresentante della cooperativa ed ex consigliere comunale Renato Toros -. Non siamo disposti a spendere così tanto: vedremo cosa succederà, una strada potrebbe essere rappresentata, andata deserta anche la terza chiamata d'asta, quella della trattativa privata. In quel modo probabilmente arriveremo a concordare una cifra migliore per noi». Il sindaco Luciano Patat tiene la porta aperta: «Nella terza asta c'è un ulteriore ribasso del 10%, è la più conveniente per chi è intenzionato a comprare. La legge prevede che dopo la prima asta si possano fare due ribassi del 10% l'uno: la cifra quindi dell'ultimo atto sarà di poco superiore ai 140mila euro». A stabilire il prezzo iniziale dell'immobile era stata l'Agenzia delle Entrate, interpellata in materia proprio dal Comune per non incorrere in valutazioni errate con il rischio di poter essere passibili poi di una sanzione. Il valore era stato quindi fissato attorno ai 173mila euro, cifra poi appunto scesa nei successivi ribassi agli attuali 141mila euro: e se nessuno dovesse acquistare l'immobile, la cui vendita era stata messa a bilancio dall'amministrazione comunale? «Siamo certi che la struttura si venderà - sottolinea il sindaco - c'è una cooperativa che opera all'interno di quelle mura e c'è un progetto regionale di ampliamento del servizio che permetterà la lavorazione anche dei cinghiali oltre che dei maiali come avviene attualmente: da parte della cooperativa stessa credo ci debba essere quindi tutto l'interesse affinché si giunga ad una felice conclusione di questa vicenda con la vendita dell'immobile. Fermo restando che, ribadiamo, chiunque ha la possibilità e il diritto di presentare un'offerta per l'acquisto della struttura». Sono dunque ore decisive per il futuro del macello comunale, che a breve potrebbe non essere più un bene pubblico, bensì privato.
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