«Mai un marzo così freddo dal 1941»

Una giornata così fredda, intesa come temperatura media, a Trieste non si viveva nella terza decade di marzo dal lontano 1941.
Non vi sono statistiche invece per risalire al precedente caso del fenomeno di ieri, specie nella mattinata, con un crostello di ghiaccio che ricopriva ogni superficie esposta al vento, oltre che tanti marciapiedi, scalini e carreggiate stradali.
Quello che in linguaggio tecnico ma con una parola dall’etimo apparentemente incongruente viene definito “gelicidio, «si verifica quando le precipitazioni avvengono con temperature più alte in quota che al suolo» spiega il meteorologo triestino Gianfranco Badina. «Il “gelicidio” inizia a quote più alte come nevicata - racconta l’esperto -; nel corso della caduta si riscalda e diventa pioggia. Ma arrivando al suolo, se questo è più freddo, come ieri a Trieste, si ghiaccia». L’ex comandante marittimo e docente dell’Istituto nautico sottolinea come il fenomeno possa verificarsi anche con temperature prossime ma non inferiori allo zero, se in presenza di forte vento, come appunto ieri in città e sull’Altipiano.
E infatti ieri, pur infrangendo il record del 1941, quando la temperatura media fu di 3° Celsius, il freddo non ha raggiunto quote sottozero, secondo i dati riferiti dall’Osmer, Osservatorio della Regione Fvg. Che indica per la terza decade di marzo il record negativo di 0° sulla costa nel 1976, mentre ieri c’era comunque qualche decimo di grado positivo.
Il “gelicidio” è in ogni caso un evento raro e particolare, da non confondere con la “brina” e la “galaverna”, e differente da neve e grandine. In inglese si definisce “freezing rain”. Come detto, il “gelicidio” è provocato dal fenomeno della sopraffusione: presenza di strati d’aria calda in quota mentre al suolo fa ancora molto freddo. In queste ore, infatti, sulla pianura Padana stanno risalendo le masse d’aria calda provenienti da Sud e così le precipitazioni che in quota sono nevose, si trasformano in pioggia congelata: i fiocchi di neve si sciolgono alle alte quote dove trovano l’aria calda, ma poi quando stanno per toccare il suolo si congelano nuovamente perché le temperature ai bassi strati rimangono bassissime e localmente sottozero.
Il “gelicidio” al suolo forma uno strato di ghiaccio trasparente, omogeneo, liscio e molto scivoloso, racchiudendo i rami degli alberi, gli arbusti, gli steli dell’erba, i cavi elettrici all’interno di un involucro assai duro di acqua cristallizzata e trasparente. Il fenomeno è più frequente in Europa Centrosettentrionale e negli Stati Uniti, dove i rimescolamenti d’aria sono molto frequenti e proprio con il fenomeno del “gelicidio” si formano le “ice storm“, le tempeste di ghiaccio che sono tra i fenomeni meteorologici più devastanti del Nord America.
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