Malati di amianto e prevenzione Il trend non si è ancora arrestato

L’appello dello specialista Vassallo della Pneumologia agli esposti al minerale: «Non bisogna aver paura, una diagnosi precoce è fondamentale per la vita»



Paura e rassegnazione, il mesotelioma non perdona. È complesso e delicato il rapporto tra i pazienti ex esposti e il medico che se ne prende cura. Ne parla Fabio Giuseppe Vassallo, dirigente medico dell’Azienda sanitaria Isontino Bassa Friulana che nella Struttura semplice dipartimentale di Pneumologia dell’ospedale Gorizia-Monfalcone ha assunto l’incarico di alta specialità nell’ambito della diagnostica broncologica e pleurica. Dallo scorso autunno, inoltre, presiede la Commissione regionale amianto. Il trend rimane ancora costante. Si parla in media di 30-40 mesoteliomi all’anno, né accenna a ridursi l’incidenza in ordine alle altre malattie asbesto-correlate. Il carcinoma polmonare è prevalentemente associato al fumo di sigaretta, e in questo caso l’ex esposizione all’amianto costituisce un rischio amplificatore aggiuntivo. Il picco dell’iperbole, in realtà, non è prevedibile. E la fase discendente del fenomeno potrebbe avere un percorso decennale. Vassallo, tuttavia, lo fa presente: il prolungamento dell’aspettativa di vita in condizioni sostenibili è possibile. «Riuscire a utilizzare in sequenza tutte le terapie accreditate dalle linee guida internazionali migliora i risultati, che, in casi selezionati, hanno consentito di poter ottenere una sopravvivenza maggiore rispetto al decennio precedente – dice il medico specialista –. Non bisogna avere paura di affrontare la diagnosi. Il percorso, per quanto in salita, può permettere una vita dignitosa. Anche nell’ambito di questo settore la ricerca si evolve».

Fondamentali, dunque, la diagnosi precoce e la verifica dello stato di avanzamento della malattia. «Rappresentano il punto di partenza per pianificare le cure, che possono comprendere, laddove indicato, l’asportazione in toto della pleura, cosiddetta decorticazione, nonché la radioterapia definita conformazionale, ossia mirata, e le linee di chemioterapia. Il piano terapeutico è personalizzato, e segue indicazioni precise in base alla stadiazione del mesotelioma e alle condizioni del paziente, sempre secondo quanto riportato dalle linee guida internazionali. Possiamo confermare – aggiunge – che anche nella nostra regione disponiamo di tutte le opzioni terapeutiche approvate e di comprovata efficacia». Il segnale più frequente è il versamento pleurico, pur non necessariamente indicatore esclusivo del mesotelioma. Il medico osserva: «Avere un servizio, a Gorizia, che si occupa dei casi di versamento pleurico, con le competenze e gli strumenti che abbiamo a disposizione per gestirlo attivamente nella fase diagnostica, potendo eseguire tutti gli esami necessari, è il presupposto base per raggiungere una diagnosi chiara e certa. Il versamento pleurico tumorale, infatti, deriva da molteplici fattori, quindi non è solo riconducibile ad esposizioni professionali o indirette. Il servizio andrebbe inoltre sviluppato». Il “male di amianto” non accenna a diminuire. «Dall’evidenza epidemiologica – continua Vassallo – osserviamo che il trend è sostanzialmente stabile, pur variazioni, negli ultimi 10 anni resta un fenomeno elevato». L’incidenza non si riduce, né sta aumentando.

In qualità di presidente della Commissione regionale amianto, fornisce un ordine di grandezza circa le iscrizioni, su base volontaria, al Registro degli esposti: attualmente sono 11 mila, per la stragrande maggioranza, quantificabile attorno a quasi il 90%, si tratta di ex lavoratori esposti del territorio Isontino e Giuliano. Le esposizioni non professionali, a carattere famigliare e ambientale, rappresentano invece circa il 15%. Riguardo ai tassi standardizzati di incidenza, il Friuli Venezia Giulia si pone al terzo posto in Italia, dopo Piemonte e Liguria. Vassallo sottolinea: «La rete tra i professionisti operanti a Gorizia, a Monfalcone e a Trieste è da tempo una realtà, ciò favorisce una gestione coordinata del percorso per i pazienti che, tuttavia, dovrebbe essere più strutturata. L’interscambio è costante, com’è la collaborazione anche con i professionisti del Cro di Aviano. Nella nostra regione, così colpita da questo fenomeno, ci sono tutte le professionalità, le capacità e competenze, l’esperienza e i Servizi dedicati per sostenere, orientare e seguire adeguatamente gli ammalati». –



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