Un secondo infarto per l’operaio soccorso in cantiere a Muggia

Applicato il supporto extracorporeo per salvargli la vita. Le condizioni sono migliorate ma resta in Terapia intensiva

Gianpaolo Sarti
Il 58enne si trova ricoverato a Cattinara da martedì mattina
Il 58enne si trova ricoverato a Cattinara da martedì mattina

L’operaio di 58 anni che nei giorni scorsi aveva avuto un infarto mentre lavorava nel cantiere di un’abitazione privata a Muggia, durante il ricovero in ospedale ha avuto un secondo infarto. Ma si è salvato, anche questa volta. E, da quanto risulta, ora le sue condizioni stanno complessivamente migliorando.

L’episodio si era verificato martedì mattina: il cinquantottenne, di origini bosniache e dipendente di un’impresa edile, era stato colto da un malore improvviso. L’uomo si era accasciato a terra: si trattava di un infarto.

Infortunio sul lavoro a Muggia: operaio trovato a terra, è in terapia intensiva

I colleghi avevano subito capito la gravità della situazione e avevano iniziato a praticare il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. E questo si è rivelato determinante per il destino della persona. I sanitari avevano poi continuato le manovre di rianimazione e il cuore aveva ripreso a battere, anche se le condizioni del paziente restavano comunque molto gravi.

La persona era stata infatti intubata e portata con il codice rosso al Pronto soccorso dell’ospedale di Cattinara. Poi il trasferimento, in condizioni di assoluta emergenza, nella Terapia intensiva del reparto di Cardiochirurgia.

Il paziente, fino a quel momento in prognosi riservata, successivamente è stato sottoposto a un trattamento specifico attraverso un ausilio extracorporeo con Ecmo (Ossigenazione extracorporea a membrana), un macchinario cuore-polmone che fornisce supporto vitale ai pazienti che hanno una grave insufficienza cardiaca o respiratoria. Questo perché proprio mentre la persona si trovava in Terapia intensiva ha avuto un ulteriore arresto cardiaco. Una recidiva, dunque. Di qui la decisione di attivare il supporto meccanico.

L’uomo è stato costantemente seguito dal personale medico specializzato, giorno e notte. E in tutti questi giorni è rimasto in pericolo di vita. Pazienti del genere, va evidenziato, richiedono praticamente un medico fisso. Almeno per le prime dodici ore di ricovero.

Ma nelle ultime ore le condizioni sono inaspettatamente migliorate. È stato quindi tolto l’Ecmo, ma l’uomo rimane comunque intubato e anche sedato.

Stando agli accertamenti sanitari fin qui effettuati, il cinquantottenne non dovrebbe aver subìto danni cerebrali o altre conseguenze. Ma è ancora troppo presto per arrivare a considerazioni conclusive. —

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