Maltrattava la compagna: condannato l'ex pugile Zoff

MONFALCONE La sentenza è stata pronunciata dopo un’udienza-fiume, giovedì al Tribunale di Gorizia: pena di 4 anni e 3 mesi a carico dell’ex pugile cinquantatreenne Stefano Zoff, per maltrattamenti nei confronti della compagna. La contestazione della Procura faceva riferimento al periodo dal 2007 al 2016, quando la convivenza s’era interrotta. Maltrattamenti psicologici, verbali e fisici. Un lungo rapporto quello tra la donna, L.G., e il noto “pirata” panzanino, com’era affettuosamente chiamato per la sua bandana, campione del mondo nel 1999 dei leggeri WBA e che negli anni aveva fatto sognare Monfalcone. Nel mese di luglio 2017 in udienza preliminare il Gup aveva disposto il rinvio a giudizio, il procedimento era iniziato a novembre di quell’anno. La convivente s’è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Fabio Zamparutti. Ad assumere la difesa di Zoff, invece, l’avvocato Pierluigi Fabbro.
L’ultima udienza, giovedì in aula, davanti al Collegio giudicante composto dal presidente Marcello Coppari, a latere Concetta Bonasia e Fabrizia De Vincenzi, s’è protratta per tre ore e mezza. Ormai in serata, i giudici sono usciti dalla Camera di consiglio per dare lettura al dispositivo: condanna a 4 anni e 3 mesi, dunque, a fronte dell’esclusione delle attenuanti. Il Collegio giudicante ha anche disposto 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, nonché un risarcimento del danno quantificato in 30 mila euro. Il pubblico ministero, Andrea Maltomini, aveva da parte sua richiesto una pena di 3 anni e sei mesi. Durante il dibattimento tra i testi c’era stato chi aveva raccontato di aver notato che l’ex compagna aveva delle lesioni, e delle confidenze della donna. Giovedì in aula, dopo l’ascolto dei testimoni presentati dalla pubblica accusa, e quelli della parte civile, Zoff è stato sottoposto all’esame, a fronte delle domande formulate dalle parti. Il cinquantatreenne ha negato gli addebiti. Zoff ha professato la sua innocenza, su tutta la linea.
L’avvocato Zamparutti ha argomentato: «È stata una sentenza che ci soddisfa rispetto a quanto lungamente patito dalla mia assistita. Le prove a carico sono risultate assolutamente univoche ed incontrovertibili. Siamo assolutamente fiduciosi che quanto stabilito dal Tribunale di Gorizia troverà conferma anche in un eventuale giudizio d'appello».
Il legale difensore, avvocato Pierluigi Fabbro, ha accolto l’esito del procedimento con sorpresa: «Il mio assistito – ha osservato – è stato assolto da un’imputazione che nell’ambito delle contestazioni della Procura rappresentava l’ipotesi di accusa più grave. Tuttavia è stata una condanna molto severa, è evidente che a questo punto ricorreremo alla Corte di Appello». Il legale ha aggiunto: «Il mio assistito si è sempre ritenuto estraneo ai fatti contestati. Riteniamo che la denuncia sia stata presentata in modo strumentale per ottenere l’affidamento esclusivo della figlia. Inoltre, a supporto della tesi della difesa, vi era anche il fatto che la signora è stata recentemente condannata dal giudice di pace di Gorizia per diffamazone avendo accusato Zoff davanti ad altre persone di averla minacciata».—
Riproduzione riservata © Il Piccolo