Manca l’acqua e chiude pure l’Inps pensionati beffati

Gli utenti: «Incomprensibile». Romoli: «Caduta di stile» La replica dell’Istituto: «E se scoppiava un incendio?»

di Francesco Fain

Non l’hanno capita quella chiusura. Manca l’acqua e chiude... l’Inps, l’Istituto nazionale della previdenza sociale. «Ma non è mica un bar e nemmeno un autolavaggio: perché gli uffici e gli sportelli non sono stati aperti regolarmente?»

All’indomani del black-out idrico, protrattosi lunedì per una decina d’ora nel centro storico, non è Irisacqua il bersaglio delle critiche (nonostante il disagio arrecato si ammette che i lavori di rifacimento delle condutture andava fatto), bensì l’Inps. Quella comunicazione affissa alle porte d’ingresso e diffusa allla stampa («Si avvisa la cittadinanza che a causa lavori di manutenzione della rete idrica che si protrarranno per tutta la giornata di lunedì 1° agosto prossimo la direzione provinciale Inps di Gorizia resterà chiusa in quanto inagibile») rimane, a tutt’oggi, incomprensibile. Insomma, il nesso causa-effetto sfugge ai più.

Proteste

a valanga

E così non si contano le telefonate di pensionati (e non) giunte in redazione. L’altra mattina sono state viste anche diverse persone davanti alla Direzione provinciale in attesa dell’apertura degli uffici. «Ma chi poteva immaginare - la protesta di Giovanni - che gli sportelli restavano chiusi perché Irisacqua aveva interrotto la distribuzione idrica». Anche le associazioni dei consumatori hanno ricevuto telefonate di protesta. «Qualche servizio minimo lo si poteva, anzi lo si doveva garantire - sottolinea Ugo Previti, responsabile provinciale dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori -. Suvvia: non si può chiudere un ufficio pubblico soltanto perché manca l’acqua. Vista l’impossibilità di utilizzare i servizi igienici, si poteva comunque aprire regolarmente gli sportelli più frequentemente utilizzati dall’utenza. Anche in caso di sciopero, i servizi minimi vengono garantiti. Si vede che la mancanza d’acqua è più forte di un’astensione dal lavoro per motivi sindacali».

Anche il sindaco Romoli, ieri mattina, ha raccolto diverse doglianze da parte dei concittadini. «Che dire? Mi sembra veramente strano che, soprattutto in un momento come questo, l’Inps abbia chiuso gli uffici per una giornata intera a causa della mancata erogazione dell’acqua e non abbia garantito alcun servizio alla cittadinanza. Mi sembra, quantomeno, una caduta di stile da parte dell’Istituto nazionale della previdenza sociale».

La replica

dell’Inps

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Inps a prendere la decisione di non aprire? L’abbiamo chiesto a Luigi Ferrara, responsabile delle informazioni istituzionali e della relazioni con il pubblico. «Rispondo con due domande: e se un utente doveva andare ai servizi igienici? E se fosse scoppiato un incendio? Non c’erano le condizioni per aprire gli uffici: la legge 626 impone requisiti ben precisi che non potevano essere rispettati. La sede era inagibile. Abbiamo ottenuto l’autorizzazione dalla Direzione regionale e la Prefettura era perfettamente al corrente. Inoltre, l’informazione è stata capillare e sono stati affissi avvisi a tutti gli ingressi».

Chissà se tali spiegazioni basteranno al povero utente. Qualche dubbio lo nutriamo.

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