«Mangiamo solo grazie a questo servizio»

«L'Emporio della solidarietà? Per fortuna che esiste, per noi è un servizio importantissimo». Ha solo parole di riconoscenza, la signora Bruna, per chi ha inventato quello che è già stato ribattezzato il "supermercato dei poveri", a Gorizia, e ovviamente per chi ci lavora quotidianamente. Bruna è in pensione ormai da molti anni, ma è costretta a ricorrere al sostegno dell'emporio a causa della situazione economica della sua famiglia, colpita dalla crisi. «E' da qualche anno ormai che faccio la spesa all'emporio - racconta Bruna -. Vivo con una pensione poco superiore a seicento euro, e oltre a me in casa ci sono anche mio figlio, che purtroppo ha perso il lavoro, e mia nipote. E' chiaro che in queste condizioni non si può vivere: o si pagano l'affitto e le bollette, o si mangia. Ecco perchè dico che l'emporio della solidarietà è un qualcosa di fondamentale per me e per tutte le persone che si trovano nelle mie condizioni».
Che sono sempre più numerose, peraltro. Stranieri, moltissimi, ma anche tanti italiani, il cui numero è salito progressivamente negli ultimi anni. «Sicuramente le famiglie italiane, goriziane, che si trovano in difficoltà sono più numerose oggi rispetto a qualche anno fa, quando ho iniziato a frequentare l'emporio - conferma Bruna -. Purtroppo la situazione è quella che conosciamo tutti, e bisogna cercare di arrangiarsi in qualche modo. E' dura non potersi concedere mai nulla al di fuori del più stretto necessario, ma al tempo stesso non sono una persona a cui piace avere dei debiti o chiedere aiuto: solo una volta in passato ci siamo rivolti ai Servizi sociali per un'impellenza, ma per il resto cerchiamo di arrangiarci con le nostre forze». E con lo strumento messo a disposizione dalla Caritas. «Il funzionamento è semplice - racconta la donna -. Abbiamo una tessera sulla quale vengono caricati dei punti, in base alla fascia di reddito a cui apparteniamo: io ad esempio ne ho circa 45 da gestire nel corso del mese. Ogni acquisto poi "costa" un certo numero di punti. Solitamente prendo i prodotti più comuni, dal pane alla pasta, al riso e ai pelati. E ancora l'olio, lo zucchero, il caffè. Più difficile invece è trovare i prodotti freschi, Molto spesso le famiglie degli extracomunitari, che sono molto numerose, prendono grandi quantità di prodotti, e non sono mai sufficienti per tutti. Forse bisognerebbe trovare il modo di aumentare la quantità degli alimenti a disposizione».
Marco Bisiach
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