Manifestazione contro la vivisezione e abusi sugli animali

Un milione ogni anno in Italia, pari a tremila ogni giorno. 12 milioni in Europa, 115 milioni nel mondo. Sono i numeri degli animali vittime di esperimenti scientifici. Numeri contro i quali si batte...

Un milione ogni anno in Italia, pari a tremila ogni giorno. 12 milioni in Europa, 115 milioni nel mondo. Sono i numeri degli animali vittime di esperimenti scientifici. Numeri contro i quali si batte da trent’anni la Lega Antivivisezione. Una battaglia portata avanti con un messaggio preciso, che rivendica la protezione degli animali, la difesa dei loro diritti, e che combatte ogni forma di sfruttamento e violenza nei loro confronti. Anche quest’anno, in occasione delle giornate nazionali contro la vivisezione, programmate in questo e nel prossimo fine settimana, la Lav è scesa in campo in oltre 350 piazze italiane, per sensibilizzare i cittadini sul tema della sperimentazione scientifica sugli animali.

Anche a Trieste è stato allestito un banchetto informativo per la raccolta firme, che in questa circostanza, sono state indirizzate su quello che sarà il nuovo Decreto Legislativo che, entro il mese di novembre, dovrà delineare le linee guida sulla sperimentazione animale, in base alla direttiva europea del 2010. «La norma comunitaria in questa materia è fortemente penalizzante, in quanto consente la sperimentazione su cani e gatti randagi, cosa che fortunatamente in Italia è proibita – spiega Fulvio Tomsich Caruso, consigliere della Lav Trieste -. Dunque questa è un’occasione importante per cambiare le regole della sperimentazione scientifica, favorendo la diffusione dei metodi alternativi, basati ad esempio sulla coltura in vitro di cellule e tessuti umani, oppure su modelli informatici, senza più ricorrere all’utilizzo degli animali per test che sono inutili, crudeli e dannosi».

Nel pomeriggio di ieri, anche i volontari della Lav, si sono uniti al corteo pacifico organizzato per dire no alla costruzione del nuovo stabulario all’Università di Trieste, promosso da un gruppo di cittadini, contrari alla vivisezione e ad ogni abuso e sfruttamento animale, che si è dato appuntamento grazie al passaparola nato via internet. Il corteo, cui hanno aderito circa 400 manifestanti, e accompagnato da una petizione, è partito da Piazza della Borsa e si è snodato lungo le vie del centro cittadino, da Corso Italia a via Carducci sostando simbolicamente in piazza Oberdan, davanti al palazzo della Regione. Striscioni, cartelli e slogan anti vivisezione hanno accompagnato la marcia dei manifestanti, alcuni vestiti provocatoriamente con camice e mascherina da chirurgo, altri sfilati in corteo insieme ai loro amici a quattro zampe.

«Il nostro obiettivo – precisa Anna Stancanelli, una delle promotrici della manifestazione - è quello di far sì che i soldi pubblici stanziati, quasi 460 mila euro, in gran parte derivanti da fondi regionali, invece che essere impiegati per la costruzione di uno stabulario, siano investiti in una realtà scientifica didattica, che si adegui alle nuove tecnologie, come lo sviluppo dei metodi di ricerca già esistenti, che non fanno ricorso alla sperimentazione animale».

Paolo Pitich

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