Manifesto Barcolana, riesplode la protesta

Il vicesindaco di Trieste minaccia il ritiro dei fondi ma ritratta dopo la bufera a livello nazionale: «La questione è chiusa»

''Siamo tutti sulla stessa barca'', il manifesto di Marina Abramovic che ha fatto infuriare la Lega

TRIESTE La bandiera del manifesto di Marina Abramović continua a gonfiare e sgonfiare polemiche. Dopo l’apparente accordo Comune-Barcolana di luglio, il vicesindaco di Trieste, il leghista Paolo Polidori, ha ravvivato il fuoco della polemica minacciando di togliere i fondi alla manifestazione in un’intervista a Repubblica, e ribadendo sul suo profilo Facebook che il manifesto non comparirà a Trieste. Una linea dura smorzata però dal sindaco Roberto Dipiazza e, in serata, viste la pioggia di critiche, dallo stesso Polidori. Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato con l’intervista rilasciata dal vicesindaco a La Repubblica uscita in edicola mercoledì. «Con gli organizzatori sono stato chiaro: o sparisce quell’orrore, o salta la convenzione con il Comune - afferma nel pezzo Polidori -. Significa stop a 30 mila euro di finanziamenti, Frecce Tricolori, permessi per l’occupazione del suolo pubblico, sicurezza. Il governatore della Regione Massimiliano Fedriga e i vertici del partito mi hanno fatto i complimenti».

La notizia viene a quel punto ripresa nuovamente dalla Rai nazionale e da altri mezzi di informazione, come il sito Vice. Il caso, insomma, supera i confini cittadini e assume ben altro rilievo. A quel punto, nella mattinata di ieri, il vicesindaco ritorna sull’argomento attraverso un post sul suo profilo Facebook. Polidori ripubblica il comunicato condiviso emesso lo scorso luglio dal Comune e dalla società velica Barcolana, in seguito al suo incontro con il presidente Mitja Gialuz. Un comunicato che il vicesindaco commenta così: «Correva il giorno 9 luglio: questa la nota congiunta firmata da Gialuz e il sottoscritto: ora sembra che qualcuno si svegli dal torpore, facendo passare la notizia di una questione che è già stata risolta un mese fa!». Aggiunge ancora il vicesindaco: «Il manifesto, che continuo a definire “horrendum opus”, opera orribile nonché strumentalmente politica, come d’accordo non sarà presente sul territorio di Trieste, che è (utile rimarcarlo) limite della competenza di questa amministrazione!».

Una posizione tutt’altro che condivisa dalla Barcolana che, non a caso, si affretta a far sapere che il manifesto non verrà affatto ritirato. La questione, insomma, pare sul punto di scivolare di mano, tanto da spingere il sindaco Dipiazza a intervenire per gettare acqua sul fuoco: «Non togliamo i fondi alla Barcolana, c’è un accordo a quello ci atteniamo. Con la società ci siamo già chiariti e di fatto ora non c’è nessun caso. A mio parere la parole di Polidori sono state travisate». Aggiunge ancora: «Se poi mi si chiede cosa penso del manifesto, non mi entusiasma, e a suo tempo l’ho detto anche ad Andrea Illy. Non è quella l’immagine che voglio dare della mia città. Ma lo dico senza alcuna polemica».

In serata è lo stesso Polidori a correggere il tiro. «La questione sul manifesto della Barcolana è già stata risolta e ampiamente superata un mese fa e non c’è nessun blocco del Comune nei finanziamenti alla regata». E ancora: «Ribadisco - aggiunge Polidori -, tutto risolto in termini chiari: il manifesto a livello locale non dovrebbe venir pubblicizzato mentre a livello nazionale sì. Insomma mi sembra che Repubblica sia entrata a gamba tesa su un discorso che era da tempo stato superato, chiarito e chiuso».

Una cosa è certa: nessun manifesto della Barcolana ha mai avuto tante richieste di acquisto, da Trieste e dall’Italia, come quello di quest’anno.

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