“Mano morta” sull’autobus Anziano rinviato a giudizio

Una palpeggiata, neanche tanto furtiva, messa languidamente a segno in un bus approfittando di una improvvisa frenata. L’autore, poi identificato da un agente della polizia locale, si chiama Giorgio...
Di Corrado Barbacini
sterle trieste 19 02 08 trieste trasporti il reportage di una cora in autobus da piazza oberdan ad aurisina
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Una palpeggiata, neanche tanto furtiva, messa languidamente a segno in un bus approfittando di una improvvisa frenata. L’autore, poi identificato da un agente della polizia locale, si chiama Giorgio Grebello e ha 70 anni. È accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza minorenne. È stato rinviato a giudizio dal gip Guido Patriarchi che accolto la richiesta del pm Pietro Montrone. Comparirà in aula il prossimo 2 febbraio davanti al collegio dei giudici penali presieduto da Filippo Gulotta. La data è quella del 20 novembre dello scorso anno. Il bus della Trieste Trasporti era affollato di passeggeri. In piedi, circa a metà della vettura, c’era una ragazza di 16 anni. L’uomo, secondo gli accertamenti degli agenti della polizia locale, l’aveva addocchiata. Poi lentamente l’ha raggiunta mettendosi vicino a lei. E a pochi centimetri ha aspettato il momento propizio per agire. È bastata una frenata del bus. così ha appoggiato la mano “distrattamente” sul sedere della ragazzina la quale, in un primo momento, non se n’è neanche resa conto. Poi, come emerge nel capo d’impuazione, ha tentato anche di mettere la mano nei pantaloni della giovane. A questo punto la ragazza ha capito cosa stava succedendo e ha reagito. Ha urlato attirando l’attenzione degli altri passeggeri. Il conducente si è messo in contatto con la sala operativa della polizia locale. In breve è giunta una pattuglia. Gli agenti hanno fermato l’uomo e lo hanno accompagnato negli uffici di viale Miramare. Ma hanno anche raccolto le prime informazioni utili per la ricostruzione dell’episodio interrogando qualche altro passeggero che era nel bus. Dopo poco tempo si è presentata, assieme alla madre, la ragazzina vittima della violenza. Ha confermato tutto spiegando effettivamente come si erano svolti i fatti. A questo punto è scattata - inevitabile - la denuncia alla Procura. Poi la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Pietro Montrone e infine la fissazione dell’udienza. Grebello, che non era presente in aula ma è stato rappresentato dal difensore d’ufficio, l’avvocato Federico Stricca, rischia una condanna molto pesante che può anche arrivare a cinque anni.

Il nome di Giorgio Grebello è comparso nelle cronache in passato per un altro episodio. Era andato a cenare in un locale di viale D'Annunzio, ma quando era giunto il momento di pagare il conto - 20 euro circa - si era accorto di non avere abbastanza soldi. Il proprietario del locale non aveva appreso evidentemente la notizia con gran piacere. Ma Grebello aveva chiesto di aver pazienza, che avrebbe saldato il conto quanto prima e cioè non appena avesse incassato il suo sussidio di invalidità. E, forse a garanzia della sua buona fede, aveva chiamato lui stesso la polizia: «Per favore, venite, ho qualche problema a pagare il conto della cena». Alla fine era stato denunciato.

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