Manuel fuori dal coma farmacologico

Ci sono gesti, come lo spalancare una palpebra, così insignificanti nella loro banalità da passare inosservati. E poi ci sono giorni in cui un’azione involontaria, come appunto un battito di ciglia, l’abbozzo di un sorriso, diventano un’enormità. Sabato, per Remigio Satti, papà di Manuel, il conducente della Ka schiantatasi sul cavalcavia di Begliano con a bordo Denise Niemis, deceduta a soli 27 anni, è stato uno di quei giorni. E l’emozione di vedere il figlio estubato, riaprire gli occhi e riconoscerlo, è diventata una gioia incontenibile. Per oltre 72 ore il 31enne operaio originario di Trieste, ma da alcuni anni trapiantato nella Bisiacaria, ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di Terapia intensiva di Udine, del tutto inconsapevole del tragico epilogo di quel frontale sulla sr14. Ancora oggi, a dirla tutta, i medici non lo considerano fuori pericolo, ma il fatto che finalmente non sia più collegato alle macchine e riesca a respirare autonomamente rappresenta un significativo passo avanti.
Così, anche per ringraziare gli amici e compagni di squadra dell’atleta che milita in qualità di attaccante nelle fila dello Staranzano, papà Remigio, dipendente Fincantieri come il figlio, ha voluto condividere i progressi di Manuel su Facebook, esortando «con le mani nel cuore» a pregare «per la signora che è ricoverata a Cattinara e per quell’angelo che è volato in cielo». Nel drammatico frontale sul cavalcavia, avvenuto attorno alle 14.20, la Ka per cause ancora al vaglio della Polizia stradale di Gorizia, cui sono affidate le indagini, ha invaso la corsia di marcia opposta. Maurizio Salvan, 60 anni di Rovigo, col suo autocarro è riuscito a schivare l’impatto col mezzo, ma la 40enne cervignanese Federica Stabile, alla guida della Citroen Picasso che stava sopraggiungendo, non ha potuto evitare il frontale finendo appunto a Cattinara, con diverse fratture. Spirata invece sull’asfalto, nonostante i 40 minuti di tentativi di rianimazione del 118, la povera Denise, ex dipendente del “Dolcevita” a Staranzano. Per il decesso le indagini sulla base della dovuta ipotesi di omicidio colposo, sono in corso. Come è prassi in questi casi, la Procura della Repubblica di Gorizia ha aperto un fascicolo disponendo due perizie, su luogo e veicolo oggetto di sequestro.
Intanto Manuel Satti, dopo un primo tentativo fallito, venerdì, di risveglio dal coma farmacologico in cui era stato mantenuto dai medici, sabato verso le 13 ha riaperto gli occhi e iniziato a respirare autonomamente. Nel devastante impatto, ricordiamo, ha riportato la perforazione di un polmone per la rottura di più costole e ulteriori fratture agli arti, per le quali dovrà essere sottoposto a successivi interventi chirurgici. L’esame della Tac ha dato fortunatamente esito negativo, escludendo lesioni serie al capo. Così ha descritto, il padre, le sue condizioni su Facebook: «Respira da solo è sveglio, ma molto nervoso. Ha forza nelle mani, riconosce tutti, chiede e parla. Non è ancora finita, ma un piccolo passo in avanti è stato fatto». E ancora: «Leggendo il profilo di mio figlio ho capito quanto è voluto bene dai suoi amici e vi ringrazio tutti! Vi chiedo con le mani sul cuore di pregare per la signora che è ricoverata a Cattinara e per quell’angelo che è volato in cielo. Grazie. A tutti».
In queste ore di angoscia Remigio e mamma Tatiana fanno la spola a Udine. Assieme ad altri familiari stretti. Chi l’ha visto riferisce che «dai medici non è consentito rimanere nella stanza per più di pochi minuti: Manuel riconosce i volti dei familiari, ma viene tenuto sedato e ancora non ha detto nulla sull’incidente». È troppo debilitato. Tutti sperano possa presto rimettersi, anche per il figlioletto di appena 3 anni, che come il presidente dello Staranzano Mauro Regolin ha ricordato «lo accompagna perfino sul campo di calcio, facendo il tifo ai bordi».
In attesa che sia lo stesso 31enne a dare la sua versione sull’accaduto, restano diverse ipotesi al vaglio per ricostruire i fatti, dall’improvviso malore a un guasto del veicolo. Una persona che lo conosce bene e propende per la seconda possibilità, ieri ha riferito «che Manuel era solito guidare con prudenza, senza compiere manovre azzardate o correre». Parole che rendono ancor più inspiegabile, al momento, quell’invasione di corsia rilevata dalla Polstrada sulla sr14 e che, per le sue conseguenze, ha spezzato una giovane vita sull’asfalto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo