Marano in protesta per i lavori sul ponte fermi per burocrazia

La consegna attesa da 15 anni era prevista il 30 giugno Il sindaco: «Problemi indipendenti da noi, chiedo fiducia»

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Protesta la gente della cittadina lagunare divisa in due per i lavori del ponte sul Canale Molino (Pescaria Vecja), fermi a causa della richiesta di concordato preventivo in continuità di una delle ditte facenti parti dell’Ati (la Brunelli Placido Franco di Rovere Veronese, la stessa della rotonda di Porpetto). I cittadini chiedono chiarimenti al sindaco, Mauro Popesso.

Il ponte collega il centro storico di Marano con la zona delle Saline, densamente abitata e sede del Centro visite Valle Canal Novo. L’area oggi è fortemente disagiata a causa del fermo lavori e i cittadini chiedono una passerella pedonale onde evitare il lungo giro per raggiungere il ponte Bailey che la collega al paese. La nuova struttura, costo 700 mila euro, doveva essere consegnata il 30 giugno, ma a causa del lockdown la consegna è stata posticipata di due mesi e non è ancora chiaro quando ripartiranno i lavori.

Come spiega il sindaco Popesso «realizzare una passerella ha un iter lungo per cui è una soluzione poco percorribile, in quanto spero si concludano prima i lavori del nuovo ponte. Per quanto riguarda questa struttura – dice –, ricordo che i lavori, iniziati nel novembre 2019 dopo quasi 15 anni di attesa ed il susseguirsi di ben quattro amministrazioni comunali, hanno subito dei rallentamenti indipendenti dalle volontà dell’amministrazione attuale. Infatti, oltre allo stop dovuto al Covid 19, una delle imprese appaltatrici è entrata in concordato preventivo in continuità (una sorta di commissariamento per evitare il fallimento), di fatto bloccando nuovamente i lavori».

Il primo cittadino aggiunge: «Gli uffici, attivati da subito per far ripartire l’opera, si sono trovati in un limbo legal-burocratico di complessa interpretazione. La situazione deve essere analizzata con grande senso di responsabilità prima che qualsiasi decisione venga presa, in quanto il Comune utilizza soldi pubblici, soldi di tutti noi, e non può permettersi di rischiare. Dopo 15 anni di attesa per questo ponte, c’è il pericolo di ritrovarci “impantanati”, tra avvocati, giudici e tribunali, in un blocco cantiere ancora più lungo. Marano non se lo può permettere». La problematica è complessa, conclude «e le cause dello stop non sono imputabili a una cattiva gestione e neppure a una mancanza degli uffici comunali, bensì alla crisi di un’azienda terza. Chiedo, quindi ai cittadini di Marano di dare fiducia a chi ogni giorno, all’interno degli uffici comunali, sta lavorando per far ripartire il cantiere». —



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