Marano: nuovi vertici Ttp il frutto di compromessi

Si terrà la prossima settimana il primo consiglio di amministrazione di Trieste terminal passeggeri (Ttp) dopo il rinnovo deciso nei giorni scorsi dall'assemblea dei soci.
Non vi farà parte, perché dimissionario già da aprile, Antonio Marano, fino ad allora amministratore delegato in pectore e poi sostituito sia alla guida di Tami (la cordata Unicredit-Costa che ha acquistato il 60% di Ttp) che nel cda di Ttp. A guidare la società ci saranno, dalla prossima settimana, Antonio Paoletti alla presidenza e Franco Napp come amministratore delegato, sui quali lo stesso Marano non esprime un giudizio propriamente morbido. All'ordine del giorno del prossimo cda si dovrebbero discutere le deleghe da assegnare agli amministratori. E poiché il presidente fa riferimento all'Authority, mentre Napp è nominato dai soci industriali, sarà interessante capire quali saranno i compiti assegnati.
Marano, dalla prossima settimana Ttp avrà una nuova governance: cosa pensa dei nomi scelti al termine di un anno di rinvii, discussioni, veti e controveti?
I curricula delle persone scelte parlano da soli. L'attività principale della società è quella della gestione dei parcheggi, l'attività di sviluppo è nelle crociere e nei convegni. Non vedo profili manageriali in grado di soddisfare le esigenze della società e di portare a compimento il business plan.
Perché non si è trovato un accordo sul nome di Antonio Marano – oggi ad di Tangenziale Est Milano - come amministratore delegato di Ttp?
Con ogni probabilità si voleva una soluzione locale, cioè triestina.
Ma quali sarebbero i vantaggi di una gestione “triestina” per la società?
Diciamo che si voleva una continuità di gestione.
Tanto per essere più chiari, lei crede che l'Authority volesse continuare a esercitare il controllo su Ttp, pur essendone socio di minoranza?
Per quello che è stato l'iter dell'intera vicenda, mi sembra ovvio e chiaro che l'Autorità portuale ha esercitato in maniera piuttosto estensiva il proprio ruolo di controllore.
L'Authority ha tuttora aperto un procedimento di verifica nei confronti di Ttp, in cui si chiedono garanzie sulla futura governance e sulla competenza necessaria per portare a termine un piano industriale piuttosto articolato. Quanto a ritardi e difficoltà nelle nomine degli amministratori per Ttp, c'è anche chi ipotizza esserci alla base di tutto una battaglia interna a Unicredit, con obiettivi maggiori rispetto a Ttp e di cui lo stesso Marano avrebbe fatto le spese.
Il risultato che vedo è frutto di compromessi e non di accordi sul piano industriale, nell'interesse della società.
A questo punto, con un piano industriale da mettere in atto con una certa urgenza per non perdere altre occasioni, come vede il futuro di Ttp?
Lo vedo migliore del passato, perché c'è un socio industriale come Costa crociere. Per il resto delle attività, il management dovrà dimostrare con i fatti ciò che sarà capace di fare.
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