Marchesan: «Il Ccm non è una proprietà solo di Monfalcone»
la polemica
«La decisione del Comune di Monfalcone, espressa in una delibera di indirizzo, di incaricare il Consorzio culturale del Monfalconese di realizzare progetti esclusivamente per Monfalcone e la contestuale istituzione di un comitato tecnico che verifichi l’attuazione di tali progetti, denuncia una visione miope che dimostra mancanza di lungimiranza e visione politica per lo sviluppo culturale dell’intero». Così il sindaco di Staranzano e assessore alla Cultura Riccardo Marchesan. «Un Comune consorziato non può decidere le linee di indirizzo delle attività del Ccm, che è stato istituito nel 1977 per volontà delle nove amministrazioni comunali del Basso Isontino ed è retto da una assemblea, organo deputato a prendere le decisioni di indirizzo e dove, fino ad oggi, ogni Comune ha sempre goduto di pari dignità. Monfalcone con questa presa di posizione considera il Ccm come una sua cosa. È lo scardinamento di quarant’anni di rapporti e collaborazioni tra i nove Comuni». Marchesan interviene poi sul caso archivio: «Due commissioni, una tecnica e l’altra scientifica, già insediate e operanti, stanno valutando questo tema e a breve relazioneranno in assemblea. Virtuosa è certamente l’idea di acquisizione di un bene pubblico, come legittima è quella della struttura privata; quello che conta è che sia adatta allo scopo e meno onerosa. È giusto lasciar concludere l’iter alle commissioni e demandare la decisione all’assemblea, senza in alcun modo esautorare il Ccm della propria autorità e indipendenza decisionale, mantenendone la dignità e il ruolo che ha sempre avuto nel nostro territorio». —
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