Marchiò Lunet si riprende la scena
Delle “Luci e suoni” è considerato un vero e proprio guru. Serafino Marchiò Lunet è entrato a Miramare nel 1962, in qualità di operatore tecnico. Allora lo spettacolo veniva proposto dall’Azienda di soggiorno e turismo di Trieste e della sua riviera, antenata degli attuali enti di promozione turistica. Ha portato avanti lo spettacolo fino al 1999, quando le luci si sono spente sulla dimora di Massimiliano e Carlotta, per riaccendersi in altri luoghi suggestivi della regione, come il castello di Duino, la Grotta Gigante, la Val Rosandra, il castello di Colloredo di Montalbano, il Sacrario di Redipuglia, il monumento ai Caduti di Trieste, il Foro romano a San Giusto e il monumento a Massimiliano di piazza Venezia. «Tutti i luoghi culturali hanno una propria atmosfera al loro interno – spiega l’attuale presidente dell’Airsac Europa – e lo spettacolo deve rispettare quello che lo specifico luogo racconta. Il segreto è quello di non costruirci sopra un circo fatto di saltimbanchi e fuochi d’artificio, ma di cogliere l’atmosfera del posto e seguirla in tutto il suo percorso». Queste performance hanno una lunga tradizione in Europa e nel mondo, mentre in Italia sono state molto spesso trascurate. Il primo spettacolo “Son et lumière” è stato realizzato nel 1958 al castello Sforzesco di Milano, con la rievocazione de “La grand’estate dei Duchi di Milano”. Nel 1959 le “Luci e suoni” arrivano a Trieste e al suo castello, con “Il sogno imperiale di Miramare”, con la regia di Marcel Prawy, direttore dell’Opera di Vienna, mentre nel 1976 tocca a “Buonasera signor Lehar” e “Bentornato a Miramare”, con la regia di Gino Landi. «Cambia la tecnologia, ma a rimanere intatte sono le atmosfere di questi spettacoli», conclude Marchiò Lunet, nel raccontare quello che appare ancora come un viaggio a ritroso nel tempo.
(lu.sa.)
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