Margherita Parodi vinta dalla spagnola unica donna sepolta tra i Centomila

La crocerossina medaglia di bronzo sopravvisse alle trincee  ma si arrese alla febbre che uccise 50 milioni di persone

Roberto Covaz

Una croce sormontata da due stellette è il segno distintivo della lapide di bronzo che, al sacrario di Redipuglia, ricorda l’unica donna tra i centomila. Si chiamava Margherita Kaiser Orlando Parodi, decorata di medaglia di bronzo al valor militare. L’urna al cui interno sono conservati i suoi resti si trova alla sinistra del primo gradone. A dispetto del nome Kaiser, Margherita – come scrive Riccardo Chiaberge in “1918. La grande epidemia” - «era di italianissima sentimenti. Suono nonno Giuseppe Orlando, della storica famiglia di imprenditori siciliani della cantieristica, aveva partecipato alla spedizione dei Mille. Recita la biografia ufficiale: “Margherita, figlia di Maria Orlando e nipote di Luigi Orlando, appartiene alla terza generazione della famiglia imprenditoriale Orlando. La madre, sposata con Giuseppe Kaiser, benestante livornese di origine tedesca, ottenne, allo scoppio della Prima guerra mondiale, l’italianizzazione del cognome, assumendo anche quello della nonna, ovvero Parodi. Margherita Kaiser Parodi nacque a Roma il 16 maggio 1897. Decise di arruolarsi volontaria appena diciottenne partendo con la madre Maria e la sorella Olga per l’ospedale CRI di Cividale, alle dipendenze dell’Invitta Terza Armata del Duca D’Aosta. Il 19 maggio 1917 venne coinvolta in un bombardamento con l’ospedale mobile n. 2 di Pieris. Per il suo comportamento, la sua abnegazione e lo spirito di umana fratellanza verso i fanti italiani, lo Stato Maggiore del Regio Esercito le conferì la medaglia di bronzo per essere rimasta serena al suo posto a confortare gli infermi affidati alle sue cure, mentre il nemico bombardava la zona. La giovane Margherita rimase al suo posto fino alla fine della guerra. La fine del conflitto, però, coincise con lo scoppio dell’epidemia di spagnola. Nonostante l’elevato rischio di contagio, Margherita Parodi rimase nuovamente accanto ai soldati gravemente ammalati: la fatica, il freddo e le veglie di notte ai letti dei moribondi ne fiaccarono il fisico e ne compromisero lo stato di salute, tanto che il primo dicembre 1918 restò vittima del morbo nell'ospedale di Trieste”. Com’era Margherita. Una rara fotografia la ritrae di profilo. Si intuiscono occhi penetranti, un volto armonioso. La divisa da crocerossina l’incornicia. Crocerossina, appunto. Di fronte al Sacrario Militare, sul Colle Sant’Elia, tra i numerosi monumenti in pietra e marmo, si trova anche quello in memoria delle crocerossine cadute. Margherita muore di febbre spagnola dunque come almeno altre 50 milioni di persone sparse in tutto il mondo dall’ottobre 1918 al dicembre 1920. Il virus miete più vittime della Grande guerra ed è nelle trincee putride che si sarebbe formato. La spagnola sparge morte anche nel Monfalconese. Qui, ai piedi del Carso, dove la guerra aveva infuriato per tre anni consecutivi, la pace non arriva il quattro novembre 1918. E il nostro viaggio a ritroso nel tempo tra le epidemie e le pestilenze che hanno seminato morte nel Territorio comincia da qui. —

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