Maria Teresa d’Austria, la contessa di Gorizia nata tre secoli fa e fautrice dell’età d’oro della città

Profonda conoscitrice della storia degli Asburgo, Marina Bressan delineò la figura di “Maria Teresa Sovrana europea e Contessa di Gorizia” in una conferenza del gennaio 2016, così sintetizzata nell’in...

Profonda conoscitrice della storia degli Asburgo, Marina Bressan delineò la figura di “Maria Teresa Sovrana europea e Contessa di Gorizia” in una conferenza del gennaio 2016, così sintetizzata nell’invito: «La grande sovrana e contessa di Gorizia non è stata mai dimenticata. Perché con lei si aprì un “età dell’oro”, caratterizzata da enormi progressi in campo economico e sociale. Grandissima è rimasta infatti la figura di Maria Teresa, che, giovane granduchessa di Toscana, moglie e madre felice, agì con saggezza e decisione, conquistando l’amore dei viennesi all’indomani della morte del padre Carlo VI. Con grande affabilità, la “prima donna sul trono degli Asburgo” ricevette l’omaggio degli Stati dell’Austria inferiore il 22 novembre 1740. Con lo stesso sfarzo e in osservanza all’antico cerimoniale ungherese venne incoronata nel 1741 regina di Ungheria; due anni dopo, con la guerra di Successione Austriaca ancora in corso, regina di Boemia. Con grande acume politico, legata ai valori della tradizione e al contempo illuminata nelle riforme, governò un regno sconfinato che riuniva etnie, tradizioni e istanze lontane e inconciliabili, perseguendo il bene dei suoi popoli. Monarca assoluta mirò a costruire uno Stato moderno, dotato di un forte governo centrale, di una burocrazia efficiente, di un esercito stabile. Le grandi riforme Teresiane impressero a Gorizia e alla sua contea slancio economico e culturale: dal rifiorire dei commerci, dell’agricoltura agli interventi sociali nel campo della sanità, dell’istruzione, della giustizia, alla cultura e all’arte e alle riforme ecclesiastiche che fecero di Gorizia erede della Chiesa di Aquileia, erigendo la diocesi a guida spirituale della contea» nel 1751, con la coniazione per l’evento dalla Zecca di Vienna di una medaglia commemorativa in tre versioni oro, argento e bronzo, con i profili dell’Imperatrice e del consorte Francesco I.

Illuminata e illuminista, “Madre dei Popoli” per la sua politica che evoca oggi la “Mutti” dei tedeschi Angela Merkel, per Gorizia fu importante per l’erezione dell’Arcidiocesi e il Catasto tavolare ancora attivo in via Roma, ma specialmente per la scelta di Nicolò Pacassi (1716-1790) quale suo architetto, che di un solo anno più grande per lei avrebbe realizzato moltissimo nel corso della sua quasi trentennale carriera, dal 1743 fino al pensionamento nel 1772: lo Schönbrunn a Vienna, l’adeguamento a palazzo reale dei castelli di Praga, Bratislava e Budapest, i disegni per il palazzo reale di Milano, le modifiche allo Hofburg di Vienna, i palazzi di Laxenburg e tanto altro ancora.

Nominato barone (Freiherr) nel 1769, non può considerarsi casuale il contributo dell’Imperatrice per la fontana del Nettuno, inaugurata nel 1756 e da lui progettata, alimentata nei primi anni da una “primitiva” conduttura in tronchi di abete perforati presto sostituiti da tubazioni in piombo grazie al contributo di Maria Teresa, che per la nuova condotta d’acqua da Moncorona destinò parte del ricavato della vendita delle cacce demaniali. E non è casuale nemmeno la data scelta dall’amministrazione comunale per l’inaugurazione del recente restauro della fontana, mercoledì 16, in prossimità del 301° anniversario della nascita dell’Imperatrice, a Vienna il 13 maggio del 1717.

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