Marin: Medeot e Regione responsabili del crac
L'ex sindaco di Grado accusa: "Illy era favorevole alla clinica, ma poi la direzione sanitaria negò l’accreditamento"

Al centro l'ex sindaco di Grado Marin
TRIESTE
Due date: 23 dicembre 2004 e inizio 2007; due nomi: Rudy Medeot (ex presidente Fondazione Ospizio Marino) e Cesare De Simone (ex direttore della Sanità della Regione). Quattro punti fermi per cominciare a capire il crac dell’Ospizio e i correlati flop della clinica Sant’Eufemia e dell’Hotel Rialto.
Primi squarci sulla nebbia fitta che avvolge il più grande scandalo della sanità privata in Friuli Venezia Giulia. L’epicentro è Grado, ma le onde sismiche fanno tremare i palazzi della politica di Trieste e Gorizia. Lo squarcio l’ha provocato ieri Roberto Marin, consigliere regionale del Pdl, ex sindaco di Grado ed ex componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Ospizio: «Non ho mai intascato un centesimo da quando nel 1998 sono entrato nel Cda della Fondazione. Anzi, ci ho rimesso e ora mi ritrovo sulla graticola, additato come l’unico responsabile della vicenda. Non c’entro nulla nemmeno con l’Hotel Rialto. Ho sempre agito con trasparenza».
Marin ha parlato per oltre due ore nella saletta riunioni del Pdl nel palazzo del Consiglio regionale. Accanto a lui i suoi legali: Caterina Belletti e Riccardo Cattarini. «Allo stato non c’è alcuna ipotesi di reato, non è stato inviato alcun avviso di garanzia, non si individuano rilevanze penali della vicenda», ha chiosato quest’ultimo.
Marin ha fatto sapere di aver chiesto alla Procura della Repubblica di Gorizia (che sul caso sta indagando con quattro magistrati e un super-esperto) di essere sentito come persona informata dei fatti. La Procura non ha per ora aderito alla richiesta. Marin allora ha depositato una memoria che è stata illustrata nell’incontro di ieri.
LE DATE.
Svela Marin, producendo i verbali del Consiglio di amministrazione della Fondazione di cui faceva parte come rappresentante del Comune di Grado, essendone all’epoca il sindaco: «Il 23 dicembre del 2004, una data certamente insolita per occuparsi di determinate questioni, il presidente della Fondazione Ospizio Rudy Medeot sottoscrive con la società Safety Project di Udine un contratto per la fornitura di apparecchiature mediche e di diagnostica per 11 milioni di euro. Il materiale è acquistato dalla Safety alla Siemens di Milano. Di questo contratto vengo a conoscenza casualmente solo nel giugno del 2005. Al piano terra della costruenda clinica Sant’Eufemia sono stoccate attrezzature sanitarie nuove di zecca, avvolte ancora nel cellophane».
Marin sostiene di aver immediatamente chiesto di convocare il Cda. La riunione si tiene all’8 luglio: «In quel contesto Medeot ha ammesso di aver stipulato il contratto senza alcun mandato del cda. Era molto imbarazzato. Il Cda in tutti i modi ha cercato di annullare il contratto, ma dopo la consulenza di un legale abbiamo scoperto che non era possibile. Mi reco personalmente dalla Siemens a Milano, a mie spese. Chiedo se è possibile rescindere il contratto ma rispondono picche, tra l’altro la merce era già stata consegnata. Intuisco inoltre da Siemens che la Fondazione ha pagato la merce a prezzo quasi intero, mentre è prassi chiedere e ottenere almeno il 30% di sconto. Ma Siemens non mi svela l’effettivo prezzo pattuito tra lei e Safety». Cosa significa questo passaggio? Lo chiarirà la magistratura. Marin non ha detto nulla in proposito.
MISTERI IN REGIONE.
L’altra data è inizio luglio 2007. Ricorda Marin: «Era stato lo stesso presidente della Regione Riccardo Illy a convenire con il presidente Medeot che la sede del vecchio ospizio sarebbe potuta diventare una clinica modello per le cure ortopediche. Durante i lavori sono venuti alla Sant’Eufemia politici regionali di destra e di sinistra, tutto il consiglio provinciale di Gorizia e pure Mario Brancati che ora fa il moralizzatore. A proposito, perché non gli chiedete chi ha voluto il centro Villa Ostende di Grado, pagato con fondi pubblici e oggi ancora chiuso? La Fondazione crea due società controllate, Clinica di Grado ed Eurosanity, per realizzare la clinica.
Nei ripetuti contatti avuti da Medeot con Illy si intuisce che la clinica, una volta completata, potrà ottenere l’accreditamento dalla Regione per le cure convenzionate alla sanità pubblica. Invece con una perentoria lettera il direttore della sanità regionale De Simone dichiara che non esisteva il fabbisogno ortopedico per sostenere il nostro progetto e nemmeno di altre necessità sanitarie».
Perché De Simone non acconsente l’accreditamento? Allarga le braccia Marin e riflette: «A chi di voi non è capitato di sentirsi rispondere in una struttura sanitaria ortopedica pubblica: ”sa, c’è una lista di attesa di 5 mesi per l’intervento chirurgico, ma a Monastier, ad esempio, in una settimana...”». Dopo poche settimane dallo stop alla Sant’Eufemia, De Simone va in pensione.
I FONDI.
Medeot l’antivigila di Natale del 2004 per l’acquisto dei materiali sanitari dalla Safety attinge 11 milioni di euro dalla linea di credito aperta da Opi Banca-Cassa Risparmio Fvg. «Con un esborso finanziario notevole e con l’impossibilità di tornare indietro - puntualizza Marin - tentiamo di andare avanti nel completamento della clinica. Ci riusciamo a metà realizzazione della sezione diagnositica, fiore all’occhiello della sanità privata in regione e che ottiene l’accreditamento per le cure in convenzione».
Invece la lettera di De Simone pone un macigno su tutto il resto. La legislatura Illy si conclude, vince Tondo e nell’ottobre del 2009 Kosic commissaria la Fondazione. Marin, non più sindaco di Grado, si fa assumere dalla Eurosanity come impiegato-dirigente. Lavora 6 mesi fino all’elezione in Consiglio regionale, 3mila euro al mese, poi prende aspettativa.
Domanda a Marin: non le sembra inopportuno per un componente del Cda della Fondazione commissariata per debiti farsi assumere nella società che gestisce la clinica che è la fonte dei guai della Fondazione? «No, a quel progetto credevo e ci credo ancora».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video