Mario Levi il “profeta” del biologico

Il profeta dell’agricoltura biologica è un triestino. Anche se vive in Israele dalla proclamazione delle leggi razziali che Mussolini fece a Trieste nel 1939 dal palco di piazza Unità. «A quel punto...
Lasorte Trieste 01/07/12 - Caffè S.Marco, Cerimonia Comunità Ebraica, Premiato
Lasorte Trieste 01/07/12 - Caffè S.Marco, Cerimonia Comunità Ebraica, Premiato

Il profeta dell’agricoltura biologica è un triestino. Anche se vive in Israele dalla proclamazione delle leggi razziali che Mussolini fece a Trieste nel 1939 dal palco di piazza Unità. «A quel punto mi sono chiesto chi ero». E così nel dicembre di quell’anno, a soli 15 anni, fu costretto a prendere una nave e a lasciare la città. Ieri è tornato a Trieste per ricevere il premio “Il Rosone del tempio” indetto dalla fondazione Stock Weinberg. Da 40 anni è impegnato sul fronte dell’agricoltura biologica. Iniziò negli anni ’70 a introdurla, tra lo scetticismo generale, nel Kibbutz Sde Eliyahu a sud del lago di Tiberiade. «Nessuno mi credeva, ma io non ho mollato» racconta. E alla fine ha avuto ragione. Ora è un settore vantaggioso e redditizio. «Sono molto commosso di questo riconoscimento» dice il profeta costretto dalla storia a inventarsi un’altra patria.

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