Martines offeso, Moretton paga 400 euro

Decreto penale di condanna per diffamazione a causa di un commento a un post su Facebook
Di Ilaria Purassanta

PORDENONE. Per un commento a un post su Facebook l’ex assessore regionale Gianfranco Moretton si è ritrovato con un decreto penale di condanna per diffamazione. A querelarlo il sindaco di Palmanova, Francesco Martines. Moretton non si è opposto al decreto e ha pagato la multa di 400 euro, uscendo, così, dalla costola pordenonese del procedimento che vede sul banco degli imputati al momento solo il purliliese Stefano Camilot. I fatti contestati risalgono al capodanno del 2013. Alessandro Severo, 46 anni, di Aiello, pubblica su Facebook un post in cui racconta di aver visto il sindaco di Palmanova Martines far valere la propria posizione per saltare la coda al pronto soccorso dell’ospedale e farsi medicare. In realtà Martines è stato convocato d’urgenza quella mattina dall’ospedale palmarino e dai carabinieri per dare il via libera a un trattamento sanitario obbligatorio. Quando esce, la copia del provvedimento, arrotolata sul dito, viene scambiata per una fasciatura da Severo. Da qui il post, che scatena una ridda di commenti negativi. Fra questi, c’è anche quello di Alessandra Pichilli, di Palmanova, peraltro moglie dell’ex sindaco Federico Cressati: «E questi sono i nuovi politici che avanzano? Avanzi della più becera gestione clientelare del potere… Che schifo!». Subito dopo si inserisce il commento di Gianfranco Moretton: «Hai perfettamente ragione! È proprio una porcata!». Martines decide di non lasciare correre e sporge querela nei confronti di tutti coloro che hanno scritto commenti negativi. A Udine il procedimento si chiude a dicembre, con una lettera di pubbliche scuse firmata da Severo, Pichilli e dal 46enne Maurizio Gori di Bagnaria Arsa, il pagamento di un risarcimento di 8mila euro (che Martines ha donato al Comune) e la remissione della querela. A Pordenone, come spiega il legale di fiducia di Martines, Giorgio Caruso, si è scelta la via dei decreti penali di condanna, mentre a Gorizia il procedimento è in corso per altre due posizioni. «Mi sono costituito parte civile – spiega Martines – anche in veste di sindaco, perché i commenti hanno offeso il ruolo che ricopro. La vicenda mi ha ferito; non è mio costume e non fa parte della mia cultura politica il comportamento che mi era stato erroneamente attribuito. Ho inviato anche a Moretton il comunicato stampa in cui annunciavo la querela, scrivendogli nell’intestazione: “Caro Gianfranco, ecco la realtà dei fatti”, senza alcun commento. Non mi ha mai risposto e non ne abbiamo mai parlato». «Sono stato fuorviato – commenta Moretton – da tutta una serie di commenti negativi che mi precedevano, pronunciati peraltro da molte persone di mia conoscenza. Quando ho saputo che, in realtà, il sindaco non aveva affatto saltato la fila, ho subito cancellato il mio commento, ma ormai il danno era fatto. Mi è sembrato corretto, pertanto, non oppormi al decreto penale di condanna e pagare la multa. Martines mi ha scritto? Non ricordo».

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