Massaggi hard, i fisioterapisti si smarcano

L’Ordine interviene contro il 48enne arrestato per violenza sessuale: «Praticava trattamenti sanitari in modo abusivo»



Il caso del massaggiatore triestino Luciano Vian, arrestato dalla Polizia con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una cliente, innesca il duro intervento dell’Ordine dei Tecnici e delle Professioni sanitarie, che comprende anche l’Albo dei fisioterapisti.

Il dubbio di fondo, al di là del presunto abuso sessuale, è che l’indagato possa aver praticato l’attività senza le abilitazioni necessarie.

«Dopo verifiche interne - scrivono Melania Salina, presidente dell’Albo e Susanna Agostini, presidente dell’Ordine TSRM PSTRP (tecnici e professioni sanitarie, ndr) - Vian non risulta iscritto all’Albo né all’elenco speciale dei massofisioterapisti o ad altra professione sanitaria. Dalla lettura dell’articolo di stampa e da una prima analisi dei contenuti presenti sul sito di Vian si rileva un chiaro riferimento a prestazioni rivolte al trattamento di “problematiche posturali” con effetti a livello cervicale e lombare che vengono anche richiamate in un video prodotto dallo stesso Vian con tanto di specifiche indicazioni di trattamento rivolte a “fasce muscolari, costole, vertebre” con la finalità di ridurre la sintomatologia dolorosa».

L’Ordine fa quindi notare che il trattamento delle alterazioni funzionali è «campo esclusivo delle professioni sanitari». «L’esercizio abusivo da parte di operatori non abilitati - continua il comunicato - costituisce reato penale. Episodi come questo ci spingono a sottolineare la necessità di distinguere con chiarezza tra generici “operatori per il benessere” e i professionisti sanitari, ricordando ai cittadini che ai primi non è consentito proporre o eseguire trattamenti di alcun genere volti alla risoluzione di patologie o stati di dolore».

Il legale che difende l’indagato, l’avvocato Enrico Miscia, ribatte: «Vian non è un fisioterapista né un massaggiatore che esercita l’attività con scopo medico o para medico. Fa firmare ai clienti una liberatoria in cui si dichiara che i trattamenti sono a fini di benessere. Ha fatto corsi, ha diplomi. Esercita in un modo lecito».

Le immagini delle telecamere installate dalla Polizia nello studio dell’indagato hanno ripreso i comportamenti a sfondo sessuale di Vian con la maggior parte delle clienti donne, quindi non solo nei confronti della persona che lo ha denunciato. Ma non manca chi difende il massaggiatore. «Lo conosco dal 2014. Sono andata ogni due settimane da lui per i trattamenti di reflessologia, per i massaggi a schiena, collo e gambe», scrive Kristine Hecker, una cliente. «È sempre stato professionale. È chiaro che il contatto fisico c’è nel massaggio e per questo motivo una telecamera può registrare momenti che possono essere malintesi. Ritengo però impossibile che Vian abbia passato i limiti della decenza. Oltre a me anche mia figlia adottiva e suo marito sono stati i suoi clienti. In più gli ho mandato in questi anni varie volte delle amiche e conoscenti che erano sempre molto contente del suo lavoro». —



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