Maxi sequestro di pantofole contraffatte Carico da 15 mila paia per tifosi del Napoli

Ben 15 mila paia di pantofole con i colori e i segni distintivi della Società sportiva Calcio Napoli erano pronte per sbarcare sul mercato e soddisfare la comodità di molti tifosi partenopei. Realizzate in Cina, erano arrivate a Trieste stivate in un container a bordo di una nave. I finanzieri del Gruppo di Trieste e i funzionari del Servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane, che hanno sottoposto a sequestro l’intera partita di merce, non si sono fatti distrarre dal fatto che quei prodotti acquistati da una società italiana fossero destinati, come indicato dai documenti, a una società slovacca e ci hanno voluto vedere chiaro disponendo un accertamento.
Avevano anche notato che le etichette riportavano indicazioni in lingua italiana e dunque difficilmente le pantofole potevano essere state prodotte per un mercato dell’Est. Aperti gli scatoloni sistemati nel container, hanno scoperto il curioso materiale: appunto pantofole in materiale simil spugna di diverse taglie, per adulti ma pure per tifosi in erba, dai colori blu e azzurro con una striscia bianca con scritto “Napoli” e un marchio con riportata un’errata data della fondazione della società sportiva. Per stabilire con esattezza se si trattasse o meno di contraffazione, è stata affidata una perizia anche alla Società sportiva Napoli Calcio. Quei prodotti posti sotto sequestro nel Punto Franco Nuovo avrebbero fruttato agli autori del tentativo di frode un ricavo, conseguente alla vendita al dettaglio, che oscilla tra i 200 mila e i 300 mila euro. Il responsabile dell’azienda destinataria di quella merce è stato denunciato per aver messo in circolazione prodotti con segni distintivi atti ad indurre in inganno il compratore sull’origine, sulla provenienza o sulla qualità dell’opera. Le pantofole non miravano infatti a copiare in maniera identica quelle messe sul mercato da chi cura ufficialmente il merchandising del Napoli, ma solamente a soddisfare le esigenze dei “malati” di calcio, ai quali spesso basta avere ai piedi quei colori e quella dicitura per sentirsi tifosi doc.
Il sistema di indicare che la merce è destinata alla Slovacchia o a un altro Paese dell’Est è un escamotage diffuso per distrarre i controlli. In realtà, molto spesso, questi prodotti restano in Italia e vanno a rimpinguare gli scaffali di bazar a basso costo, arrivano a venditori ambulanti o, ancor più di frequente, finiscono sul florido mercato on line. Dove, pur di risparmiare, ci si accontenta anche della non originalità. Per adulti tifosi sfegatati e bambini che sognano i loro campioni, l’importante è che anche a casa i colori della squadra del cuore siano ben rappresentati ovunque, pure nelle ciabatte di spugna utilizzate per spostarsi dal letto al divano.
Ma cosa ne sarà, ora, dopo che il magistrato ne confermerà la confisca, di quelle migliaia di pantofole? L’unico ostacolo da superare è il pagamento dei diritti doganali. Poi, se si troverà una soluzione, le ciabatte potrebbero finire ai piedi di persone seguite da alcune onlus.
Questo recente sequestro conferma, ancora una volta, l’efficacia del dispositivo di contrasto posto in essere dalla Guardia di Finanza e dalla Dogana che, nella complessa attività di analisi dei rischi sulle spedizioni che transitano nel porto giuliano, al fine di contrastare ogni tipologia di traffico illecito, pongono una particolare cura e attenzione alla tutela del “made in Italy” e dei marchi e brevetti, nell’interesse e per la salvaguardia del consumatore e dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale. Sono infatti sempre più numerosi i casi in cui si registrano tentativi di introdurre sul territorio nazionale e comunitario prodotti che, riportando false diciture, traggono in inganno il consumatore stesso. —
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