Maxifurto da 120mila euro in un negozio a Cortina, triestino condannato

Nebojsa Uzelac, paraplegico, era accusato di aver ricettato la merce, ma il giudice ha riqualificato il reato. Dovrà scontare 10 mesi
Il negozio Ghedina a Cortina
Il negozio Ghedina a Cortina

CORTINA Non è stato condannato per la ricettazione, ma per il furto aggravato da 120mila euro, avvenuto nel 2015 nel negozio Ghedina di Cortina di Ampezzo, il triestino di origine croata Nebojsa Uzelac. Uzelac era stato portato a processo per ricettazione della merce trafugata e, per questa ipotesi di reato, il pmo Rossi aveva chiesto la pronuncia di una condanna a un anno e otto mesi di reclusione in rito abbreviato. Ma il giudice Zantedeschi ha riqualificato il reato in furto aggravato e condannato l’imputato a 10 mesi e 20 giorni di reclusione, più 300 euro di multa con pena sospesa. Per il risarcimento danni, l’avvocato di parte civile Pellizzaroli dovrà avviare una causa civile, mentre il collega della difesa D’Amelio ha accolto la sentenza con una certa soddisfazione.

Trieste, assolto perché fuma cannabis per curarsi
Una coltivazione di marijuana (foto dall’archivio Corbis)


Il furto era avvenuto nella notte fra il 3 e il 4 gennaio 2015: dopo uno scasso con il piede di porco, sparirono 24 giacche a vento e 30 paia di pantaloni da sci della Bogner, lo sponsor tecnico della Nazionale tedesca di Coppa del Mondo di sci alpino. Gli autori del furto nel negozio di via 29 maggio, una traversa di Corso Italia, non erano stati individuati, malgrado le indagini molto accurate da parte della polizia del Commissariato ampezzano. Le telecamere della videosorveglianza avevano visto i ladri, fra l’una e l’una e mezza di notte, ma non era stato possibile riconoscerli. Uzelac aveva ricevuto tre telefonate da una cabina telefonica ed era arrivato a Cortina direttamente da Trieste alle due e un quarto sulla sua Audi A6, come testimoniato dai leggitarghe sulla statale di Alemagna. Qualcuno gli aveva messo in auto dei borsoni e a quel punto si era diretto verso Tolmezzo, dove era stato fermato.

A sentire lui, non sapeva cosa contenessero e il suo viaggio era dovuto solo alla necessità di procurarsi della marijuana, con la quale lenisce i dolori e blocca gli spasmi alle gambe, dopo essere rimasto paraplegico in seguito a un incidente in moto del 2008, a Valmaura.

Uzelac era anche stato arrestato dai carabinieri di Aurisina perché aveva in casa 50 grammi di sostanza stupefacente, ma il tribunale giuliano lo aveva assolto nell’abbreviato condizionato alla perizia medica sulle sue condizioni di salute, riconoscendogli il diritto di potersi curare con la droga. La sentenza è stata prodotta dal suo avvocato.

Ieri mattina l’uomo è arrivato al palazzo di giustizia di Belluno con la sua carrozzina e, prima di andarsene, ha stretto la mano al difensore di parte civile e pubblico ministero. Non poteva farlo con il giudice, perché in aula c’è un gradino e da solo non poteva arrivarci. —


 

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