Medicina dello sport, sfilano i testimoni

«Non abbiamo mai espresso un giudizio, una valutazione. Non potevamo. Solo un medico specializzato poteva». Lo ha spiegato, rispondendo ieri in aula alle domande di difensori e pubblica accusa, Riccardo Zero, uno dei 18 medici imputati nel processo penale sull’attività del Centro di medicina dello sport fra il 4 gennaio 2007 e il 19 dicembre 2008. Il medico ha spiegato di essere stato indirizzato dall’Università verso il Centro, all’epoca punto di riferimento a Trieste per la medicina dello sport, volendo specializzarsi in questo ambito. E ha aggiunto che, come gli altri specializzandi, già abilitati come medico di base, nel concreto si occupava di misurazioni dell’altezza, del peso, dell’esame obiettivo, dell’anamnesi. Sull’idoneità sportiva, invece, «alla fine valutava il medico specialista. Non ho mai emesso pareri e certificati», ha sottolineato Zero.
Il procedimento penale vede il pm Maddalena Chergia accusare Auro Gombacci, già responsabile del Centro, di concorso in falso ideologico e di aver tenuto in piedi una struttura sanitaria privata in cui venivano fornite prestazioni specialistiche senza però la necessaria autorizzazione della Regione. Oltre a Gombacci, l’accusa di falso ideologico riguarda anche Gianfranco Stupar. E quella di concorso in falso Eberdardo Chiella e altri 15 medici che non erano in possesso della specialità di medicina dello sport ma al Rocco - secondo l’accusa - «attestavano falsamente nei certificati di idoneità fatti dei quali l’ era destinato a provare la verità».
I certificati venivano poi firmati dagli specialisti Gombacci, Stupar e Chiella. Gli altri imputati sono Alan Biloslavo, Gianna Cappitelli, Massimo Cordini, Eleonora Martini, Caterina Gerolami, Michela Giuricin, Arianna Ius, Alain Martin Jounda Ntang, Ledia Papanikolla, Donatella Piva, Francesca Romano, Annalisa Saba, Walid Sawaid, Kyriakos Tspralis e appunto Riccardo Zero.
Dopo quest’ultimo, è stato sentito come teste il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Trieste, Claudio Pandullo: ha riepilogato che la certificazione di idoneità sportiva la può rilasciare «solo il medico specialista, valutando l’attività precedente dei colleghi». Cioè i dati raccolti. La valutazione finale spetta, dunque, allo specializzato.
Prossima udienza davanti al giudice Pietro Leanza il 18 febbraio 2015 alle 15.30.
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