Meduse ammassate davanti alle Rive Ed è corsa alle foto

È stata probabilmente la bora dei giorni scorsi, che ha favorito il richiamo delle acque di fondo verso la costa, a far emergere davanti alle Rive un numero esorbitante di Rhizostoma pulmo, la medusa detta “barile”, bianca con il bordo blu, conosciuta anche come polmone di mare e, dalle nostre parti, come “botta marina”. Un fenomeno anomalo, di cui i triestini si sono subito accorti, immortalando questi esemplari marini con decine di foto e video che hanno invaso i social. Attorno all’Audace, vicino alla Marittima e in Sacchetta, dopo le forti raffiche di vento registrate lo scorso martedì, le Rhizostoma pulmo - fra le più grandi meduse che abitano l’Adriatico, osservata nel golfo triestino già da fine Ottocento - sono state avvistate in superficie a centinaia. Anche ieri, con un fenomeno che andava progressivamente calando, hanno continuato a invadere il mare delle Rive. Si tratta di un vero e proprio “bloom” (dall’inglese “fioritura”), ovvero un grande sciame di meduse. Tali episodi si verificano nel golfo di Trieste già da inizio Novecento. Dagli anni Duemila sono tuttavia sempre più frequenti e sembrano durare anche più a lungo. Difatti già da settimane erano state avvistate molte Rhizostoma lungo le coste italiane e slovene.
Ma come mai stavolta si sono presentate in maniera così copiosa? «Questo inverno – spiega Valentina Tirelli, ricercatrice dell’Ogs – non c’è stato un raffreddamento intenso dell’acqua e quindi queste meduse sono probabilmente riuscite a sopravvivere più a lungo. Lo si vede dalla loro grandezza. Potrebbe quindi essere questo il motivo per cui ce ne sono così tante». Al momento si resta comunque nel campo delle ipotesi, perché non sono stati raccolti ancora sufficienti dati scientifici. Il fenomeno delle meduse è quindi oggetto di analisi da parte degli studiosi, che possono essere supportati anche dalle immagini che chiunque può inviare utilizzando “AvvistApp”: un’applicazione che permette di registrare un ampio numero di specie marine e partecipare in maniera attiva alla raccolta di informazioni sugli avvistamenti, utili anche alla valutazione dello stato del nostro mare.—
Riproduzione riservata © Il Piccolo