Meduse in golfo “fuori stagione”

Ai più attenti osservatori, la nutrita presenza non è sfuggita. Le meduse sono ritornate in superficie nel golfo di Trieste, in gran numero, nei giorni scorsi. Si tratta della Rhizostoma pulmo (la cosiddetta “bota marina”) e dell’Aurelia aurita, due tipologie molto comuni e non pericolose. Fuori dall’ordinario, dal consueto - sebbene non si tratti di un fenomeno in assoluto inedito - c’è un aspetto: «Vedere l’Aurelia aurita in questo periodo - spiega Paola Del Negro, direttrice della sezione Oceanografia dell’Ogs (Istituto di oceanografia e geofisica sperimentale) - è un po’ particolare. Solitamente infatti compare in acque non molto calde, quindi fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera». Le particolari condizioni meteorologiche dell’estate appena trascorsa e le relative temperature, probabilmente, hanno influito anche sul comportamento di questi organismi gelatinosi. Va però detto - come conferma la ricercatrice - che non è semplice capire se si tratti di un arrivo in ritardo o in anticipo rispetto al “tradizionale” periodo. L’Aurelia aurita si riconosce guardando in mare perché si vede sopra il suo ombrello una struttura a forma sostanzialmente di quadrifoglio.
«Le meduse si spostano con le correnti - riprende Del Negro -, da cui vengono trasportate. Riescono poi a muoversi tra superficie e fondale. La quantificazione della loro presenza - continua la ricercatrice - è sempre un problema rispetto all’impressione visiva. Le tecniche di monitoraggio sono complicate, in proposito ci sono tanti progetti e programmi». Ciò che si può dire con certezza è che «in questi anni vi è stato un grande incremento del numero di meduse nel golfo. Quest’estate - sottolinea Paola Del Negro - la situazione si è confermata nella norma, come negli ultimi anni, con una presenza abbastanza consistente».
In ogni caso, nessun rischio per chi entra in contatto con Rhizostoma pulmo o Aurelia aurita: «Non danno grossi problemi di tossicità - aggiunge l’esperta dell’Ogs -, non causano ustioni o quant’altro. Sono innocue». Qualche effetto, invece, si concreta all’interno dell’ecosistema: «Si tratta di organismi che si nutrono di larve e uova di pesci, e di plancton. Sottraggono quindi anche risorse ad altri pesci, mentre le meduse stesse non le mangia nessuno. Per i pescatori tutto ciò rappresenta un problema - conclude Del Negro -: oltre a bloccarsi nelle reti, rovinandole, le meduse influiscono sul ripopolamento del mare». (m.u.)
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