Meduse in golfo “fuori stagione”

Ai più attenti osservatori, la nutrita presenza non è sfuggita. Le meduse sono ritornate in superficie nel golfo di Trieste, in gran numero, nei giorni scorsi. Si tratta della Rhizostoma pulmo (la...
Foto Bruni 28.09.14 Meduse nel golfo
Foto Bruni 28.09.14 Meduse nel golfo

Ai più attenti osservatori, la nutrita presenza non è sfuggita. Le meduse sono ritornate in superficie nel golfo di Trieste, in gran numero, nei giorni scorsi. Si tratta della Rhizostoma pulmo (la cosiddetta “bota marina”) e dell’Aurelia aurita, due tipologie molto comuni e non pericolose. Fuori dall’ordinario, dal consueto - sebbene non si tratti di un fenomeno in assoluto inedito - c’è un aspetto: «Vedere l’Aurelia aurita in questo periodo - spiega Paola Del Negro, direttrice della sezione Oceanografia dell’Ogs (Istituto di oceanografia e geofisica sperimentale) - è un po’ particolare. Solitamente infatti compare in acque non molto calde, quindi fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera». Le particolari condizioni meteorologiche dell’estate appena trascorsa e le relative temperature, probabilmente, hanno influito anche sul comportamento di questi organismi gelatinosi. Va però detto - come conferma la ricercatrice - che non è semplice capire se si tratti di un arrivo in ritardo o in anticipo rispetto al “tradizionale” periodo. L’Aurelia aurita si riconosce guardando in mare perché si vede sopra il suo ombrello una struttura a forma sostanzialmente di quadrifoglio.

«Le meduse si spostano con le correnti - riprende Del Negro -, da cui vengono trasportate. Riescono poi a muoversi tra superficie e fondale. La quantificazione della loro presenza - continua la ricercatrice - è sempre un problema rispetto all’impressione visiva. Le tecniche di monitoraggio sono complicate, in proposito ci sono tanti progetti e programmi». Ciò che si può dire con certezza è che «in questi anni vi è stato un grande incremento del numero di meduse nel golfo. Quest’estate - sottolinea Paola Del Negro - la situazione si è confermata nella norma, come negli ultimi anni, con una presenza abbastanza consistente».

In ogni caso, nessun rischio per chi entra in contatto con Rhizostoma pulmo o Aurelia aurita: «Non danno grossi problemi di tossicità - aggiunge l’esperta dell’Ogs -, non causano ustioni o quant’altro. Sono innocue». Qualche effetto, invece, si concreta all’interno dell’ecosistema: «Si tratta di organismi che si nutrono di larve e uova di pesci, e di plancton. Sottraggono quindi anche risorse ad altri pesci, mentre le meduse stesse non le mangia nessuno. Per i pescatori tutto ciò rappresenta un problema - conclude Del Negro -: oltre a bloccarsi nelle reti, rovinandole, le meduse influiscono sul ripopolamento del mare». (m.u.)

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