Memorie di un postino: «La borsa delle lettere diventò uno slittino»

Nonno Albino racconta ai nipoti nella ricorrenza dei 150 anni. «Ero a Monte Radio e la strada all’improvviso si gelò»
Di Pierpaolo Pitich

Una vita dedicata con passione al lavoro e alla famiglia, attraverso sacrifici enormi ma anche grosse soddisfazioni. Un bagaglio straordinario di esperienze e di valori da tramandare alle giovani generazioni. E’ stato un nonno davvero speciale, Albino Priore, che ha lavorato per oltre trent’anni come postino a Trieste, il protagonista dell’iniziativa “Caro nipote ti racconto”, progetto didattico nato per celebrare i 150 anni di Poste Italiane. Priore ha incontrato al Museo Postale di via Roma gli scolari della classe quinta del Collegio della Beata Vergine di via Scorcola, accompagnati dalla maestra Simona, ai quali ha trasmesso le proprie esperienze maturate sul campo, sia dal punto di vista lavorativo ma soprattutto umano, non senza qualche momento di autentica commozione. I ragazzi lo hanno ascoltato con grande attenzione ed interesse, prendendo appunti sui concetti legati alla storia delle Poste, quali la comunicazione, il recapito ed il risparmio. Nato in un paesino in provincia di Salerno, ultimo di cinque figli, perduto il padre in guerra quando aveva solo pochi mesi, Albino Priore ha trovato la forza per superare le difficoltà della vita nell’unione della famiglia. Non si è mai perso d’animo, ha studiato e si è trasferito giovanissimo a Milano, dove ha lavorato come Pony Express. Poi l’assunzione alle Poste ed il trasferimento a Trieste, città di mare che gli ricordava la terra natia.

«All’inizio è stata dura, ho fatto fatica ad integrarmi - racconta Priore - poi però ho trovato un ambiente straordinario, grazie ai colleghi che mi hanno adottato e alla generosità dei triestini». Un amore, quello tra il portalettere e la città, che si è rafforzato nel tempo, tanto che una volta chiesto e ottenuto il trasferimento per tornare a casa, dopo soli due anni, Priore ha cambiato idea ed ha capito che ormai non poteva più allontanarsi da Trieste. Tantissimi gli aneddoti di vita vissuta, uno su tutti, indimenticabile, quello legato alla vigilia di Natale del lontano 1966. «Era stata una giornata di lavoro dura, ormai era buio, faceva freddo. La mia zona era quella di Monte Radio. All’improvviso si alzò la bora, la strada si ghiacciò. Non sapevo più come fare per tornare a casa e allora decisi che la borsa di portalettere, vuota e resistente, poteva diventare una sorta di slittino e così cominciai a scivolare fino a valle, dove trovai un automobilista generoso che mi accompagnò alla sede delle Poste quando ormai era sera inoltrata». Priore, che in quella giornata particolare ha ereditato anche la passione per i presepi, si è sposato con una ragazza conosciuta ai tempi dell’infanzia, ha avuto tre figli e cinque nipoti. E proprio ai più giovani, il nonno postino ci tiene a trasmettere un messaggio positivo, imperniato sui capisaldi del sacrificio, dell’amore per chi ci sta vicino e dell’abnegazione verso il proprio lavoro. «Mi rendo conto che i ragazzi di oggi si trovano di fronte a momenti difficili, di grave crisi economica - spiega Priore - ma anche ai miei tempi era dura, quando dovevamo fare i conti con la guerra, la fame e la povertà. A loro dico di studiare e di prepararsi per affrontare le difficoltà della vita, che si possono superare solo con la forza di volontà e con i sentimenti forti che ci legano alla famiglia».

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