Mensa dei poveri, 100 “clienti” al giorno

Il 70% sono richiedenti asilo. Nuovo allarme dei Cappuccini: «Numeri troppo grandi. Abbiamo bisogno di aiuti economici»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 26.12.2013 Pranzo Natale Cappuccini Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.12.2013 Pranzo Natale Cappuccini Foto Pierluigi Bumbaca

«Storicamente, la nostra mensa ha dato risposta a 40, massimo 50 persone. È questa la dimensione “giusta” per una città come Gorizia. Invece, ormai da due anni a questa parte, registriamo gli stessi numeri della mensa di Mestre che ha un numero di abitanti ben superiore al capoluogo isontino. Questo per dire che i sacrifici sono enormi e, forse, anche sovradimensionati rispetto alle nostre reali capacità e possibilità».

Non è la prima volta che i frati Cappuccini fanno sentire la loro voce. Quotidianamente, anche ieri che era una giornata grigia e uggiosa, si presentano in piazza San Francesco un centinaio di persone, il 70% delle quali richiedenti asilo. I frati non hanno mai respinto nessuno, si sono sempre rimboccati le maniche e hanno moltiplicato gli sforzi ma i disagi (soprattutto di natura economica) sono enormi. «Non abbiamo bisogno tanto di derrate alimentari, quanto di denaro per pagare lo stipendio alle cuoche e le altre spese», raccontano i frati. Secondo un calcolo “spannometrico”, in un anno se ne vanno 100mila euro per garantire un pasto a tutte queste persone. «Negli ultimi tempi, ci sono state molte iniziative di solidarietà in nostro favore. Qualche esempio? Ricordo l’offerta della scuola elementare di Gradisca: i bambini, attraverso i mercatini, hanno raccolto dei fondi che sono stati poi donati alla mensa. Poi, al Cossar-Da Vinci (settore moda), è partito un progetto che porterà alla realizzazione di grembiuli per i volontari».

Senza dimenticare un’altra iniziativa: al fine di rispondere ad una necessità sempre più urgente, i Cappuccini e la comunità Capi del Gruppo Agesci Gorizia 3 hanno ideato, nei mesi scorsi, il progetto “Non di solo pane vive l’uomo”. Da qualche tempo, sono state posizionate delle cassette nelle macellerie aderenti al progetto nelle quali è possibile lasciare un’offerta. Ogni mese i rappresentanti dei Cappuccini e della comunità Capi del gruppo Agesci Gorizia 3 acquistano carne nei negozi aderenti per l’ammontare del contenuto della cassetta, sostenendo contemporaneamente la mensa dei poveri e le macellerie locali. L’obiettivo è quello di sostenere, oltre coloro che si rivolgono alla mensa dei Cappuccini, anche i piccoli rivenditori che soffrono la crisi e lo spostamento della clientela verso i centri commerciali. Il progetto è stato attivato da maggio 2015 e hanno aderito le seguenti macellerie: Macelleria Cargnel a Lucinico, il Centro Carni Isontine (via Nizza), la Bottega della Carne (via Boccaccio), Macelleria Faganel (via del San Michele), Macelleria Klavcic (piazza De Amicis), Macelleria Bressan (Corso Italia), Macelleria Pittana (via Crispi) e Macelleria Bregant (via Ascoli). Il bilancio, stilato nell’ottobre scorso, era davvero positivo, «e possiamo dire che, a tutt’oggi, le cose stanno funzionando bene», taccontano ancora i frati Cappuccini. Infatti, erano stati comprati quasi 30 kg di carne, tra macinata, pollo e coste. Ma altri sforzi sono davvero graditi. Molto graditi.

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