Menù per celiaci Appello ai ristoranti
Si chiama “Alimentazione Fuori Casa”. È un nuovo progetto curato dall’Associazione italiana celiachia del Friuli Venezia Giulia. E punta a fornire un servizio migliore a chi soffre di celiachia nei pubblici esercizi.
Il progetto - presentato in un incontro promosso dalla Confcommercio provinciale nell’ambito di “Terziario motore dello sviluppo” (realizzato con il sostegno della Fondazione CRTrieste) - parte dai numeri: più di 600mila celiaci in Italia, 3mila nel Friuli Venezia Giulia, 400 associati all’Aic soltanto a Trieste. Eppure, proprio a Trieste, ci sono solo cinque locali “a misura” di celiaci a fronte di una novantina a livello regionale.
«È un vuoto che andrebbe sicuramente colmato - sottolinea Andrea Patroncino, coordinatore del progetto “Alimentazione fuori casa” - anche a fronte della forte vocazione turistica del capoluogo della regione che ospita sempre più navi da crociera. Ricordo, al riguardo, che la presenza di menù per celiaci a bordo è diventata oramai routine per le maggiori compagnie crocieristiche».
La Confcommercio provinciale dà man forte. E garantisce pieno appoggio alle imprese che intendono aderire ad “Alimentazione Fuori Casa”, un progetto rivolto alla vasta gamma di realtà incluse nella ristorazione (compresi bed&breakfast, villaggi, catering e case vacanze) basato su formazione, consulenza, controllo e fonti di comunicazione (www.celiachia.it).
Il primo passo? Diffondere la cultura su una malattia che al momento non conosce cure se non un regime dietetico collegato a offerte senza glutine: «Serve intanto cambiare mentalità - ricorda Massimo Bicego, biologo impegnato nel progetto - La celiachia è una malattia silente e con sintomi vari. Una persona su dieci non sa di averla. Dotare i ristoranti di servizi adeguati non è difficile e non comporta investimenti elevati. Serve naturalmente una giusta formazione e, ripeto, un cambio di mentalità nel settore».
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