Merce contraffatta sequestrata a Bagnaria
BAGNARIA ARSA. Sugli scaffali erano esposte merci che apparivano del tutto simili ai prodotti di grandi marche: borsette, portafogli, sciarpine...Il sospetto però è che non fossero pezzi autentici. Il dubbio è venuto ai Carabinieri della Stazione di Palmanova, durante una normale attività di controllo. E così è scattato il sequestro della merce in questione per un valore che potrebbe aggirarsi attorno ai 25.000 euro.
Ad essere controllati due punti vendita, entrambi chiamati Vita Bella, l’uno ubicato in Comune di Bagnaria Arsa, nella zona commerciale di fronte al casello autostradale di Palmanova, e l’altro situato in via Taboga 48, a Gemona del Friuli.
A gestire entrambi i negozi la stessa persona: X.L. (le sue iniziali fornite dai carabinieri), una donna, di nazionalità cinese, di 43 anni, residente nella città stellata di Palmanova. Si tratta di due negozi dove si trova un po’ di tutto: articoli per la casa, oggettistica, abbigliamento, accessori, monili, prodotti per la pulizia, e via discorrendo.
I Carabinieri della Stazione sono entrati nei punti vendita e, girando tra le corsie, grazie anche all’occhio esperto di professionalità presenti tra gli uomini dell’Arma, hanno subito individuato la merce, probabilmente contraffatta. I marchi che si sospettano essere stati imitati sono noti brand del mondo della moda quali Burberry, YNot, Chanel, Céline, Louis Vuitton, Kenzo.
Tra la merce sequestrata rotoli di cerata, portafogli, pashmine, valigie, scatole, porta oggetti. I prodotti, che sono stati sequestrati in base alle osservazioni dei Carabinieri, saranno ora sottoposti a perizia e confrontati con quelli delle ditte produttrici del marchio, in modo che sia accertata o meno la contraffazione.
La titolare è stata denunciata all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di reato di vendita di merce contraffatta, contraffazione, alterazione o uso di marchi, segni distintivi e brevetti, nonché per ricettazione.
Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Palmanova tuttavia proseguiranno nei prossimi giorni, a partire da questi episodi, per cercare di capire la provenienza di tutta questa merce. E tentare anche di capire dove sia stata prodotta la merce stessa, quali canali abbia seguito per arrivare fino agli scaffali dei due negozi di Bagnaria Arsa e di Gemona del Friuli e se vi siano altre figure coinvolte in questo reato.
Insomma, la filiera di fabbricazione e vendita degli articoli, indumenti e borse.
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