Dopo l’Expo di Osaka il merletto goriziano sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia

Il 5 settembre sarà proiettato fuori concorso “Futuri intrecci” del regista Natoli dedicato all’antica arte del tombolo

Alex Pessotto
Un frame del cortometraggio dedicato al merletto goriziano
Un frame del cortometraggio dedicato al merletto goriziano

Per il merletto goriziano è un altro, significativo e ravvicinato riconoscimento dopo l’ospitalità che sta ottenendo all’Expo di Osaka, dinanzi al Padiglione Italia, dove sono esposte le eccellenze artigianali regionali.

Questa volta, approda alla Mostra del Cinema di Venezia. La giornata è già fissata: quella di venerdì 5 settembre, quando sarà proiettato “Futuri intrecci”, il titolo del nuovo lavoro di Christian Natoli che si è potuto vedere in prima pochi giorni fa al parco Coronini, all’interno del 44.mo premio Amidei.

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Si tratta di un documentario di 18 minuti prodotto e commissionato al regista dalla Fondazione Scuola Merletti, che fa parte di Erpac. In tutta sincerità, Natoli ammette che non conosceva il mondo del merletto, ma, per realizzare questo suo nuovo cortometraggio, ha finito per appassionarsene.

«Sì, ho scoperto un universo interessante dal punto di vista culturale ed emotivo, a partire dal fatto che ritengo le merlettaie artiste vere e proprie, non semplici artigiane. Quindi, questa è stata un’esperienza davvero emozionante e non posso escludere un domani, da parte mia, qualche altro progetto legato al merletto».

“Futuri intrecci” contiene anche una parte narrativa: una giovane (interpretata da Luce Giorda) fa la dj in un club. Un cliente porta alla sua consolle un particolare orecchino, che attrae le sue attenzioni.

La protagonista incontra allora la proprietaria di questo orecchino (Licia Cartelli), creato con la tecnica del merletto e finisce per appassionarsi a questa arte, muovendo i primi passi per entrare in questo mondo. Nel lavoro compaiono anche testimonianze come quelle di coloro che maestre lo sono già: Martina Di Lena e Maria Grazia Giacomini. E poiché uno dei suoi obiettivi è quello di raccontare il dialogo fra una tradizione antica e il presente, avvicinando a questa arte le nuove generazioni, al corto hanno pure collaborato gli studenti di più istituti scolastici e di altre realtà del territorio: il Galilei-Fermi-Pacassi, il Buonarroti, l’associazione il Buonarroti, l’Istituto di musica Antonio Vivaldi, la Fondazione Villa Russiz, senza dimenticare il partenariato con Apt Gorizia.

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«Il documentario procede per affabulazione – aggiunge Natoli –. Non avevo mai visto i gioielli creati con la tecnica del merletto e ora voglio che pure altri abbiano la possibilità di scoprirli, come è successo a me, che ne sono rimasto affascinato. Il cortometraggio è quindi il frutto di un lavoro di oltre sei mesi. In questo periodo, ho frequentato il negozio Merletto goriziano e la Fondazione Scuola Merletti, che mi ha fornito i libri per studiare l’argomento. Inoltre, ho parlato con alcune merlettaie tra cui tengo a segnalare Miriam Mauri. Sì, al di là delle riprese è stato un impegno notevole in termini di scrittura, ricerca e preparazione».

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“Futuri intrecci”, che ha produzione esecutiva di Tesla Production srl e consulenza scientifica di Miriam Mauri e Cristina Lulli, vedrà ora la Fondazione Scuola Merletti occuparsi della sua distribuzione.

Intanto, però, c’è l’arrivo a Venezia: «E sarà una bella emozione poter portare un racconto della mia città in un contesto così importante come quello della Mostra del Cinema, anche se non saremo in concorso», conclude il regista, pure lui prodotto goriziano. —

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