Migliaia di animali a rischio a Lignano, Punta Verde in ginocchio per la chiusura

LIGNANO. Un migliaio di animali, appartenenti a un centinaio di specie diverse, sono in pericolo a Lignano. Anche Punta Verde è stretto nella morsa del coronavirus, che ha obbligato alla chiusura del parco zoo che ogni anno accoglie decine di migliaia di visitatori (di cui 20 mila studenti) e che si sostiene unicamente con gli introiti dei biglietti.
Anche se i guardiani continuano a prendersi cura degli animali, la chiusura prolungata ha messo in crisi la struttura, che lancia l’appello invitando i visitatori a comprare ora, online, il biglietto, che sarà valido fino al primo novembre 2021.
L’APPELLO
«Allo stato attuale il Governo non prevede alcuna azione ad hoc per il sostegno economico degli zoo chiusi a causa del coronavirus – afferma la direttrice di Punta Verde, Maria Rodeano –. Confidiamo pertanto in un sostegno a livello locale: abbiamo già presentato le nostre richieste a Regione e Comune e speriamo in una risposta favorevole che ci permetta di continuare a essere il fiore all’occhiello del Friuli Venezia Giulia – prosegue Rodeano –, continuando ad accogliere i turisti e le scuole per proseguire nella missione educativa mirata alla conservazione della natura».
Lo zoo ha intanto lanciato una raccolta fondi e la campagna per l’acquisto dei biglietti online, per tentare di garantire il proprio sostentamento fino alla riapertura. E sono già numerose le persone che hanno risposto acquistando i ticket, validi fino al primo novembre 2021, con molte aziende che hanno fatto una propria donazione. La Sogit di Lignano, per esempio, ha pagato lo stipendio del mese di aprile a tutti i guardiani.
LA PREOCCUPAZIONE DELLA DIRETTRICE
«Non nascondo la preoccupazione legata a un periodo di chiusura così lungo senza avere, ad oggi, alcuna certezza sulla data di riapertura – denuncia Rodeano –. I mesi primaverili per lo zoo rappresentano un’importante parte del fatturato e per un’azienda come la nostra, che si sostiene unicamente con i biglietti d’ingresso e non gode di alcun finanziamento, la mancanza di introiti può mettere a repentaglio l’intera struttura: un giardino zoologico non può permettersi di fermare le attività quotidiane».
Il rischio reale nei prossimi mesi, infatti, è quello di non riuscire più a garantire gli standard di cura degli animali, ma anche lo stipendio dei guardiani.
IL LAVORO DEI GUARDIANI
«Non consideriamo il nostro un semplice lavoro, ma una missione – spiegano i keeper –. Stiamo portando avanti il quotidiano impegno per garantire il benessere degli animali: somministrazione di alimenti di prima qualità, arricchimenti stimolanti dal punto di vista cognitivo o le sessioni di training finalizzate a una migliore gestione e un attento monitoraggio degli animali stessi».
«Tutto ciò è portato avanti grazie alla passione che ci muove - aggiungono - e anche grazie al contributo di aziende e singole persone che ci stanno sostenendo a distanza, tramite donazioni o con l’acquisto di biglietti online. Gli animali – concludono i nove guardiani – non sono dei macchinari ai quali possiamo staccare la spina a nostro piacimento».
L’ATTIVITÀ DELLO ZOO
Punta Verde, come la maggior parte dei moderni giardini zoologici, non è un parco esclusivamente dedicato al tempo libero, «è un vero e proprio centro scientifico e culturale di alto rilievo, che ospita animali per la maggioranza appartenenti a specie a elevato rischio di estinzione in natura – sottolinea Rodeano –.
A un parco come questo di Lignano la comunità scientifica internazionale affida l’onere, e la responsabilità, di custodire un patrimonio comune di inestimabile valore, perché da questo può dipendere la salvaguardia della biodiversità».
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