Mimetica, giubbotto antiproiettile e mitra L’Esercito è in città, controlli 24 ore su 24

L’Esercito è arrivato in città. L’operazione “Strade sicure”, avviata nel 2008 in Italia, era approdata a Trieste nel 2015 e prevedeva fino ad alcuni giorni fa che i controlli congiunti dei militari con le forze dell’ordine fossero solo sui confini, con l’aggiunta del presidio, negli orari sensibili, delle strutture della comunità ebraica. Ieri, invece, è stato attivato anche il pattugliamento in centro e in particolare nella zona che va dalla stazione ferroviaria al porto nuovo. Per piazza Libertà, il punto “caldo” dell’ultimo periodo viste anche le recenti risse (vedi articolo a fianco), è stata quindi una giornata particolare fra i lavori e il “trasferimento” del cantiere da un lato e, dall’altro, la presenza saltuaria della Land Rover dell’Esercito con tre uomini in mimetica che hanno affiancato la pattuglia della Volante della Polizia di Stato impegnata nei controlli nel primo pomeriggio.
A coordinare l’attività dei 40 militari – 15 quelli destinati al pattugliamento in città – impiegati a Trieste in “Strade sicure” è la Questura. Sono tutti uomini del 32° Reggimento carri che si trova a Tauriano di Spilimbergo in provincia di Pordenone: il reggimento fa parte del Battaglione 132° Carri che gestisce l’operazione in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Entrambi i corpi fanno parte della Brigata corazzata Ariete di Pordenone. Il questore Giuseppe Petronzi conferma che la pattuglia dell’Esercito «in maniera episodica, raggiungerà le aree interessate, tra cui Silos e piazza Libertà, e, per eventuali attività più complesse, interagirà con l’ordinario dispositivo di controllo del territorio. Gestione e regia sono di competenza della Sala operativa della Questura e valuteremo progressivamente l’esito delle attività, avendo particolarmente a cuore le esigenze della cittadinanza».
Per ora, in piazza Libertà la situazione è cambiata molto poco. Ieri mattina, nonostante i consueti controlli e la presenza massiccia della Polizia locale per gestire il traffico causato dalle modifiche al cantiere, qualcuno dormiva imperterrito sulle panchine come se nulla fosse. Altri invece stavano seduti sui gradini che delimitano le aree verdi in cerca di un po’ d’ombra, magari in attesa di prendere un treno. Qualcuno ancora, invece, si dissetava con il vino in cartone. La zona era comunque tranquilla con i turisti che, cartina alla mano, cercavano la prima meta del loro viaggio a Trieste.
La jeep dell’Esercito in realtà si muoverà lungo tutte le Rive fino all’ingresso in porto nuovo, anche se le problematiche principali sono nella zona della stazione come confermano le forze dell’ordine che spesso devono intervenire per sedare delle liti in loco. Il servizio dell’Esercito è garantito su tutte e 24 le ore del giorno, ogni equipaggio è composto da tre uomini con turni di sei ore. Oltre alla mimetica sono dotati di giubbotto antiproiettile e mitra di ordinanza. Lo scopo è di fare prevenzione, visti i recenti episodi di cronaca, scoraggiando possibili comportamenti scorretti o illegali da parte delle persone che solitamente frequentano quelle zone. —
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