Minacce con la pistola, un anno in cella

Lo ha deciso il gip per Franco Zerjal, tornato a cercare il fratellastro dopo che nel 2004 ne aveva assaltato la casa armato
Lasorte Trieste 16 06 05 - Tribunale - Processo Zerjal
Lasorte Trieste 16 06 05 - Tribunale - Processo Zerjal

Fermo convalidato e custodia cautelare in carcere per Franco Zerjal, finito in manette nella serata del 18 marzo scorso a Pese, dove si era incontrato con il fratellastro Pavel per discutere di questioni di eredità. Per le quali, tre giorni prima, lo aveva raggiunto e minacciato con una pistola. Di tutto questo era stata informata la polizia, intervenuta poi con gli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di San Sabba quando a Pese il comportamento di Franco Zerjal si è fatto eccessivamente “insistente”: i poliziotti l’hanno a quel punto bloccato.

A disporre la misura nei confronti di Zerjal è stato ieri il gip Luigi Dainotti, al termine dell’interrogatorio durante il quale l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’accusa a suo carico è di tentata estorsione. Zerjal è difeso dall’avvocato Lucio Calligaris. Il giudice Dainotti ha deciso la custodia cautelare in carcere, ritenendo che sussistano il pericolo di fuga e quello di reiterazione del reato. Stabilito dal gip nel provvedimento, inoltre, il termine di fase, specificando come entro un anno debba intervenire il rinvio a giudizio.

L’attività di monitoraggio coordinata dal pm Pietro Montrone, che ha portato al fermo di polizia di Franco Zerjal, era stata avviata dopo che l’uomo aveva raggiunto il 15 marzo scorso il fratellastro Pavel mentre questi stava lavorando in una casa in ristrutturazione a Bagnoli della Rosandra. Si era presentato da lui per rivendicare la proprietà di un’abitazione oggetto dell’eredità del padre e per molti anni al centro di cause civili. Franco Zerjal ritiene fin dai primi anni Ottanta di essere vittima di un’ingiustizia, anche se tutte le cause intentate al fratellastro e alla seconda moglie di suo padre hanno avuto esito opposto. Da qui, la sua volontà di “farsi giustizia” da solo. E anche sette giorni or sono ha ribadito la sua posizione in merito a quella casa davanti al fratellastro, esibendo inoltre una pistola. Pavel ha evitato di replicare, fingendo di stare al gioco e proponendo a Franco un successivo appuntamento per discuterne in un luogo non lontano dall’ex valico di Pese. Poi ha avvisato la polizia e si è messo in contatto con l’avvocato Francesca Castelletti. Il 18 marzo l’incontro, con l’appostamento e infine l’intervento della polizia.

Franco Zerjal era uscito dal carcere lo scorso anno, anche grazie all’indulto: nel giugno 2006 la Corte d’Appello lo aveva condannato a 13 anni di reclusione per il tentato omicidio del fratellastro Pavel e della figlioletta di quest’ultimo. Nel gennaio del 2004 Franco Zerjal aveva infatti organizzato una spedizione punitiva a casa di Pavel, assaltandola con un kalashnikov. Aveva sparato 12 colpi contro la porta dell’abitazione: i proiettili avevano superato la blindatura e colpito la bambina, di quasi due anni, ferendola. Illesi il padre e la madre, e un altro bimbo nato 15 giorni prima che la donna aveva in braccio. (m.u.)

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