Minaccia di morte e picchia l’ex moglie Stalker a processo

Dovrà rispondere di atti persecutori, stalking in buona sostanza, un quarantacinquenne di origini serbe, residente a Trieste, che non dava pace alla ex moglie.
L’uomo, al momento agli arresti domiciliari, ricopriva la vittima di ingiurie quasi quotidiane. Oltre al solito inventario di parolacce (put..., str...) si destreggiava in profluvi di offese anche piuttosto fantasiose. «Scimmia poco evoluta», «schifoso esemplare di ratto di fogna», «strega di m...», questo le diceva. E altre indicibili parole.
Un gentiluomo, insomma. Ma il quarantacinquenne è andato oltre. Stando alle indagini della Procura, dalle ingiurie è passato alle minacce. Per farlo, come spesso avviene in questi casi, utilizzava i messaggi. «Fai come ti dico io, è meglio per tutti. Guarda che finisce male... rimpiangerai la tua cocciutaggine. Se tu parli con l’avvocato sono ca... Anche se mi fai mettere in prigione, ci starò tanto tempo. Poi quando esco dovrai avere una scorta o dovrai farti trasferire in qualche luogo segreto». E, ancora: «La soppressione della tua vita appare l’unica strada per liberarmi dal demonio che c’è in te. Girerai per le strade e il mio pugnale potrà sempre incontrare il tuo ventre». Messaggi dai toni inequivocabili.
Il quarantacinquenne, inoltre, a un certo punto ha cominciato a stazionare sotto casa della ex moglie per cercare di entrare. Mentre attendeva in strada, spediva altri messaggi via Whatsapp: «Finirà malissimo». In almeno un’occasione l’uomo ha anche aggredito l’ex compagna. Il 6 ottobre dell’anno scorso, per l’esattezza, è riuscito a fare irruzione nel suo appartamento. La donna ha tentato di rifugiarsi nella camera da letto, ma lui l’ha colpita con uno schiaffo al volto. Le minacce sono passate poi anche al nuovo fidanzato della vittima. L’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Cavazzini, sarà presto giudicato con il rito abbreviato dal gup Luigi Dainotti. —
G.S.
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