Misteri sui costi per l’utilizzo del Teatro Verdi di Gorizia

Semplificazione amministrativa, sburocratizzazione, avvicinamento dell’ente pubblico al cittadino/utente. Dal Comune di Gorizia emerge una vicenda che non ha bisogno di commenti. Sabato 15 giugno è in programma al teatro Verdi il saggio di danza della scuola Tersicore. Sabato 22 tocca alla scuola Giselle. Destini paralleli. La direzione della Tersicore presenta domanda al Comune di utilizzazione del teatro per le serate del 14 (prove) e 15 giugno (saggio) in data 13 febbraio. Le due scuole propongono da anni i saggi in questo periodo. La concessione dell’utilizzo del teatro Verdi viene comunicata alla Tersicore il 31 maggio. Due mesi e mezzo dopo. Perché una banale pratica giace in municipio due mesi e mezzo? Mercoledì 12 giugno, due giorni prima del saggio di cui si sapeva da febbraio, il Comune convoca una riunione alla quale viene spiegato al direttore della Tersicore, Ferdinando Prandi de Ulmhort, che ci sono novità sulle gestione della sicurezza in teatro. Le novità sono illustrate in un fascicolo che si intitola Piano di sicurezza ed emergenza del teatro comunale Verdi. È composto da 47 pagine piene zeppe di disposizioni scritte in un linguaggio che definire eccessivamente burocratico è un eufemismo. Non bastano gli scritti; il fascicolo è corredato da sei planimetrie di altrettante parti del teatro. Tale fascicolo era pronto in municipio almeno dal 20 maggio, data che compare in copertina. Ma viene consegnato alla Tersicore due giorni prima del saggio. La lettura e la rilettura del testo non chiarisce un sacco di punti. Soprattutto - chiosa Prandi - «chi debba assumersi l’onere delle funzioni di scena e di presidio». Perché un cittadino/utente o un’associazione che il teatro se lo pagano devono sottostare a questi obblighi? Perché non ci pensa il padrone di casa alla sicurezza?
Alla Tersicore il Comune chiede i seguenti costi (importi ivati): 606 euro per le prove dalle 8 alle 22; 2316 euro per la serata del saggio; 12,5 euro all’ora per la prevendita dei biglietti (324 euro in totale), 0,58 euro a biglietto emesso che viene detratto direttamente dall’incasso; 576 euro per il noleggio del tappeto danza di circa 150 metri quadrati. Quest’ultima dotazione, per logica, dovrebbe essere nelle disponibilità del teatro. Altrimenti è come portarsi il bicchiere per l’aperitivo al bar. Costo totale che il Comune incamera sono 3.822 euro, e meno male che la Tersicore è di Gorizia e può beneficiare della tariffa ridotta del 30 per cento.
Non è finita, perché nonostante il pesante importo il teatro non è ancora pronto per ospitare un saggio. Sicché la Tersicore deve scucire di tasca sua 217 euro per un vigilante, 360 euro le hostess, 1900 euro per servizi audio-luci in quanto quelli in dotazione al Verdi non offrono adeguate garanzie di qualità, 900 euro di Siae. Totale: 3822 euro che sommati a quanto pagato al Comune fanno 6800 euro. La scuola Tersicore la settimana successiva propone il saggio delle allievi monfalconesi al teatro comunale di Monfalcone, che contiene 540 posti anziché i 670 del Verdi. Ma l’importo è di gran lunga inferiore a quello del teatro goriziano: 2400 euro compresi i vigili del fuoco, il tecnico di scena, il servizio maschere e il tappeto danza che, appunto, è in dotazione al teatro. Ovviamente nel conteggio dei costi non si menzionano le ore sprecate dai dirigenti della Tersicore per ottemperare alla filiera di obblighi imposti dal Comune per l’utilizzo del Verdi, la cosiddetta casa dalla cultura goriziana.
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