Mistero “Generali” sul futuro dei palazzi di via Giusto Muratti

Si riparla del progetto di un centro commerciale d’élite Il caso del cinema Excelsior chiuso in tutta fretta tre anni fa

di Fabio Dorigo

«Non intendiamo dire nulla». Mistero buffo su via Giusto Muratti a Trieste. Generali Real Estate, che sarà pienamente operativa dal primo luglio di quest’anno, gestisce il patrimonio immobiliare: 12,1 miliardi di euro, oltre 670 immobili (238 edifici interi). Tra questi ci sono due palazzi di via Muratti targati Generali. Nel primo, all’angolo viale XX Settembre), la scritta sul tetto non lascia dubbi sull’identità proprietario. È il palazzo che ha ospitato per decenni il Cinema Excelsior chiuso in tutta fretta il 29 gennaio di tre anni fa. Il secondo, al termine di via Muratti (angolo con via Crispi e via Carducci)ospita ancora per poco lo storico negozio “Radici” che chiude dopo 60 anni. Un doppio sfratto (o meglio, un doppio mancato rinnovo del contratto di affitto) a distanza di tre anni che rende quasi totale la desertificazione commerciale di via Muratti.

Uno spettacolo desolante nel cuore di Trieste. Generali Real Estate, interpellata sul futuro degli spazi di sua proprietà, non parla. Neppure ai titolari del negozio “Radici” ha svelato nulla. Si parla di una ristrutturazione dell’immobile. Si parla del progetto di un centro commerciale d’elité che interesserebbe l’intera via Muratti. Ma non ci sono conferme. Nè smentite. Nulla di nulla. Inutile insistere.

Il caso del Cinema Excelsior è emblematico. Una chiusura che porta la data del 31 gennaio 2009, dopo l’edizione numero 20 del Trieste Film Festival. Si parlava dell’urgenza di realizzare una filiale Banca Generali (come quella che c’è in piazza della Borsa). Poi di realizzare un centro commerciale di grandi firme. Un anno dopo si è parlato dell’interesse di Zara. La catena di abbigliamento spagnolo sembrava pronta allo sbarco a Trieste proprio all’ex cinema di via Muratti. Il cine Excelsior, invece, è ancora lì come è stato abbandonato tre anni fa dopo l’ultima proiezione che si può ancora vedere in un video su YouTube. Doppio spettacolo: “Milk” di Gus Van Sant (con un sorprendente Sean Penn) e “Il valzer di Bashir”, film di animazione dell’israeliano Ari Folman. Poi buio in sala. In Sala Azzurra e all’Excelsior. Definitivo. The end. Titoli di coda per le due sale che per anni hanno visto passare sugli schermi il miglior cinema di qualità. D’essai, ma non solo. «Questo piccolo monumento del cinema triestino non chiuderà a breve i battenti, come molti giustamente stanno pensando, per fallimento o per una lenta fuga di spettatori. Chiuderà perché i gestori del cinema sono in affitto e il proprietario non vuole rinnovare il contratto di locazione» si legge nelle cronache di allora. Il proprietario, come si sa, sono le Assicurazioni Generali. A cui non sono bastate sette mila firme raccolte (tra cui molti azionisti della Compagnia) e nemmeno gli appelli di critici come Tullio Kezich (scamparso nell’agosto dello stesso anno) e Callisto Cosulich. «È una vergogna. Bisognerebbe che fossero pubblicati i nomi e le fotografie dei responsabili che permettono la perdita a Trieste di un luogo consacrato come il Cinema Excelsior», tuonava Kezich che invitava il popolo triestino all’insurrezione. Non servì. Il Leone delle Generali non è quello della Mostra del Cinema di Venezia. E non ruggisce per la settima arte come quello della Metro-Goldwyn-Mayer. C’era la fretta per fare posto una Banca che non è arrivata. E così Trieste si è persa per niente tre anni di cinema. L’Excelsior è ancora lì. I cartelloni dei “prossimamente” desolatamente vuoti.

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