«Mobbing» della Fondazione Verdi: reintegrata direttrice amministrativa

Il Tribunale ha riconosciuto l’illegittimità del licenziamento e accertato una condotta di mobbing da parte della Fondazione: la sentenza

Laura Tonero
Il teatro Verdi di Trieste (Silvano)
Il teatro Verdi di Trieste (Silvano)

Mentre si attende che il ministro alla Cultura Alessandro Giuli decida sulla nomina del nuovo sovrintendente del Teatro Verdi, il lirico registra un’altra nota stonata. Non arriva dal suo palcoscenico, ma da una sentenza pronunciata dal giudice del lavoro del Tribunale di Trieste Paolo Ancona.

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Il Teatro Verdi di Trieste (Silvano)

Che disponendo la reintegrazione sul posto di lavoro della direttrice amministrativa licenziata il 4 marzo del 2023, «accerta e dichiara che la condotta tenuta da Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi – si legge nella sentenza – integra, per il periodo intercorso tra l’8 gennaio 2022 al 4 marzo 2023, la fattispecie del mobbing».

Non cosa da poco per una Fondazione nel cui Consiglio di indirizzo siedono rappresntanti del Comune, della Regione e del ministero della Cultura. Un elemento che potrebbe aggiungere un’incognita alla riconferma dell’incarico di sovrintendente a Giuliano Polo, come invece ha chiesto, sebbene non all’unanimità, il Consiglio di indirizzo del Verdi.

La sentenza, per effetto, condanna la Fondazione a corrispondere un’indennità risarcitoria «commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione, pari a 4.023 euro, nella misura massima prevista dalla legge di 12 mensilità», con i contributi dal giorno del licenziamento fino a quello del reintegro.

Il giudice inoltre dispone il risarcimento di 27.756 euro per il danno non patrimoniale sofferto della lavoratrice, con gli interessi, di 3.965 euro per il danno patrimoniale, oltre alle spese dei consulenti tecnici di ufficio e quelle del giudizio.

Il segretario provinciale della Fials Mario Leotta reputa la sentenza importante per «la necessità di trasparenza e correttezza nella gestione di un’istituzione culturale di rilevanza regionale nazionale».

A Leotta, tra l’altro, è stato negato l’accesso agli atti relativi alla selezione per l’assunzione a tempo indeterminato del direttore del personale, in merito al quale il sindacato ha presentato ricorso.

Per Massimo Albanesi, segretario regionale della Fistel Cisl «il fatto che la lavoratrice sia stata soggetta a mobbing è un elemento che deve far riflettere sulla gestione del personale al Verdi».

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