Moda, Lady Gaga si affida ai talenti scoperti da Its

Sono tante le carriere cominciate sulla passerella di “Its”. Come quella di Yuima Nakazato, approdato all’edizione numero sette con una collezione futuribile nata dall’amore per i marchingegni di Leonardo da Vinci. A lui, che sperimenta tessuti di derivazione spaziale, si è affidata Lady Gaga

TRIESTE. Samantha in Peter Pilotto batte Michelle in Roksanda Ilincic. Lo stilista scoperto da "Its Three", oggi una delle star della London Fashion Week, ha permesso alla consorte del premier britannico Cameron di avere la meglio sulla signora Obama, ospite per la prima volta a Downing Street durante la visita della coppia presidenziale americana a Londra dello scorso maggio. Abito di chiffon stampato grigio per Sam, fresco ma discreto, ciclamino intenso per la first lady, una botta di colore un po' sopra le righe.

Ancora una volta gli osservatori allenati a recensire i guardaroba presidenziali, pur perdonando Michelle che notoriamente ama tinte tropicali, non hanno avuto dubbi: troppo chiassosa, meglio la sobria fantasia firmata dallo stilista austriaco, ormai londinese d’adozione, che iniziò la sua carriera in sordina sulla passerella del concorso di moda triestino, fresco di diploma alla Hogeschool di Anversa. Nella notte della sfilata, all’epoca in Portovecchio, il ventisettenne Pilotto si portò a casa il "Maria Luisa Award", una vetrina dedicata ai suoi modelli nella boutique parigina di Maria Luisa Poumaillou in Faubourg Saint Honoré, “miniera” di nuovi talenti.

“Carried away by the moon shadow...” uno dei motivi della collezione, ispirata al mondo degli zingari, che rivelava la passione per la ricerca sul tessuto e i fuseaux ricamati. E l’ombra della luna se l’è portato via davvero Pilotto, da Trieste verso una carriera tutta in ascesa, subito una griffe col suo nome e le simpatie di una clientela internazionale di altissimo livello, tra cui la stessa signora Obama, che nel novembre 2009, per un intervento pubblico al centro medico dei veterani dell’amministrazione, aveva scelto di vestire una sua camicia animalier con punte di rosa e giallo carico.

Sono tante, e incredibili, le avventure e le carriere cominciate sulla passerella di “Its”. Come quella di Yuima Nakazato, approdato all’edizione numero sette con una collezione futuribile (“Il domani che esiste”) nata dall’amore per i marchingegni di Leonardo da Vinci. A lui, che sperimenta tessuti di derivazione spaziale, si è affidata Lady Gaga per un abito esclusivo da indossare in un programma alla televisione nazionale giapponese, mentre Fergie, cantante del popolarissimo gruppo Black Eye Peas, gli ha commissionato una parte del guardaroba per il tour mondiale. Ma a Lady Gaga è piaciuta anche una creatrice di accessori, l’irlandese Una Burke, finalista a “Its Eight” con una raccolta di inquietanti decorazioni per il corpo, in pelle color epidermide, ispirate ai traumi fisici e facilmente confondibili con protesi, ingessature, attrezzi sadomaso: per l’icona del pop, Burke firmerà la versione personalizzata di una delle sue “propaggini”.

E chi ha scelto di studiare fashion design “fulminato” da un capo che poi è chiamato a “rileggere”? È capitato all’inglese Aitor Throup, talmente colpito dalla giacca “Millemiglia” (o Google Jacket) del fondatore di C.P. Company, Massimo Osti, da decidere di iscriversi al Royal College Of Art. Dopo la vittoria del premio più importante a “Its Five” con giacche e pantaloni pensati per hooligan che rifiutano la violenza e si convertono all’induismo, Aitor è stato reclutato da C.P. Company proprio per reinventare la giacca che l’aveva sedotto. Oggi lavora con Stone Island e Umbro, brand per cui ha disegnato le divise della nazionale inglese di calcio ai mondiali del Sud Africa oltre ad “aggiornare” i capi-icona dei loro archivi.

Fortuna cieca, è il caso di dirlo, quella del francese Matthieu Blazy, finalista a “Its Five”. Durante la sfilata, seduto accanto allo stilista Raf Simons, che non riconosce, gli confessa che il suo sogno sarebbe lavorare per Raf Simons. Il designer gli svela la sua identità e lo recluta nel team creativo dove, in poco tempo, diventa senior designer. A gennaio di quest’anno Matthieu è entrato nella squadra della Maison Martin Margiela, raggiungendo un altro talento di “Its”, il georgiano Demna Gvasalia, vincitore di “Its Three”. Per lui il futuro si è giocato in una scatola per pizze, dove aveva collocato il suo progetto, in perfetta sintonia con lo spirito del brand che ama riciclare oggetti di scarto.

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