“Monada”, a Fiume nasce la prima cola artigianale croata

FIUME. Si chiama “monada” la prima coca-cola artigianale della Croazia, nata a Fiume su iniziativa di tre giovani ristoratori. «Perché monada? Perché tutto il progetto è nato come uno scherzo, una monada appunto come si dice da queste parti», spiega Tomislav Juretić, 42 anni, uno degli ideatori della «bevanda rinfrescante per ragazze e ragazzi», come recita lo slogan.

Oltre a Juretić, dietro al progetto della cola fiumana ci sono anche Vedran Jakominić e Igor Matetić, quarantenni proprietari del King’s Caffè, ditta di Fiume che gestisce tre locali e produce da anni birra artigianale. Proprio da questa esperienza è nata l’idea della cola, prosegue Juretić: «Ci siamo resi conto che mentre si producono tantissime birre e gin artigianali, nessuno ha mai pensato agli astemi e ai più giovani». Da qui la sfida di una bibita di qualità senza alcol. Dopo una quindicina di test, i tre hanno trovato la ricetta definitiva - «una normale ricetta per cola, ma senza componenti industriali e soli zuccheri naturali», precisa Juretić - e si è giunti al debutto: «Per l’apertura dell’anno di Fiume Capitale europea della Cultura abbiamo organizzato una degustazione nel nostro bar - racconta Juretić - servendo gratis un’ottantina di litri, e il prodotto è piaciuto». Ora, il trio fiumano pensa già alla “fase due”: a febbraio una seconda degustazione a Fiume, a marzo via a produzione e distribuzione.

Ampio spazio poi agli esperimenti e ai cocktail. Innanzitutto, trattandosi di cola artigianale, il trio ha deciso subito che «non si beve come la coca-cola normale, in bicchieri stretti e alti con limone e ghiaccio», ma «va degustata in bicchieri da cognac e si sposa bene con arancia, cardamomo e mirtilli secchi», spiega Juretić. Insomma, la monada va servita con serietà come fosse un gin tonic. «È la bevanda lounge per astemi», sorride Juretić, che ha già lanciato delle combinazioni al King’s Caffè di Fiume. «È iniziato tutto come una velika monada - conclude Juretić - ma penso che in futuro il mercato delle bevande artigianali dovrà guardare anche agli astemi, ai giovani e a chi non beve alcol». —

Gi.Va.

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