Monitoraggi incrociati vigili urbani-Arpa sul traffico dei camion

«Non si può emanare un’ordinanza che non sia motivata. Si rischia di prestare il fianco a ricorsi e contestazioni. Per questo, ci vuole tempo e vanno raccolti tutti gli elementi per poterla giustificare. Pazienza. Ci vuole pazienza. Non si possono prendere provvedimenti a cuor leggero».
Stefano Ceretta, assessore comunale alla Polizia municipale, non ci sta a restare con il cerino in mano acceso. E non vuole nemmeno recitare la parte della vittima sacrificale. Le sue riflessioni sono rivolte al comitato “Basta Tir in città”, il quale - non più tardi di ieri sulle pagine di questo giornale - aveva accusato il Comune di ignorare le istanze dei 1.200 sottoscrittori la petizione contro il traffico pesante. Luciano Candini e Guglielmo Jug, i due portavoce, erano andati anche oltre, individuando proprio in Ceretta il responsabile dell’immobilismo («In due anni non ci ha dato una risposta che sia una», le loro parole).
«Partiamo subito da un principio - risponde Ceretta -. Le ordinanze non possono essere sottoscritte a cuor leggero, basandole soltanto sulle sensazioni. Occorrono dati oggettivi e scientifici per giustificare la chiusura di una strada o l’estromissione del traffico pesante dal centro cittadino. E il motivo è presto detto: ordinanze “deboli” e non basate su dati oggettivi rischiano di essere impugnate anche dagli stessi autotrasportatori. E non credo sia intelligente correre questo rischio».
Pertanto, l’assessore sottolinea la necessità di effettuare un lavoro preparatorio che richiede tempo e opportuni approfondimenti. «Respingo al mittente l’accusa che il Comune non sta facendo nulla su questo tema. Le istanze dei cittadini ce le abbiamo ben presenti. Non a caso, l’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) sta effettuando un monitoraggio relativamente ai rumori e relativamente all’inquinamento. Parallelamente, la Polizia municipale ha già effettuato diversi controlli sul traffico, contando uno per uno i camion che attraversano la zona di Montesanto. Quando leggo che ci accusano di disinteressarci al problema, ci rimango male. Loro dicono “Basta chiacchiere”. Allora, rispondo pure io “Basta chiacchiere, lasciateci fare gli opportuni approfondimenti”».
Ceretta non vuole, però, arrivare allo scontro. E annuncia che, in tempi brevi, verrà convocata una riunione insieme ai portavoce del Comitato. «Si svolgerà non appena avremo in mano i dati sia dei monitoraggi dell’Arpa, sia dei controlli effettuati dai vigili urbani. Mi dispiace che continuino tutti questi fraintendimenti. Credo sia giunto il momento di affrontare la questione insieme con serenità e tranquillità».
L’assessore comunale si trova d’accordo con il Comitato quando i cittadini “in prima linea” tirano in ballo la maggior velocità di esecuzione della vicina Slovenia in fatto di provvedimenti da prendere. «Qui, bisogna seguire un iter ben preciso. E ripeto: non si possono emanare ordinanze se non sono sorrette da criteri scientifici e oggettivi. Se avessimo una legislazione snella come quella vigente in Slovenia, anche qui potremmo prendere delle decisioni in maniera più veloce e tempestiva. Ma siamo in Italia e abbiamo armi spuntate. Su questo punto, sono davvero d’accordo con Candini e Jug: la burocrazia, da questa parte del confine, tarpa le ali ad ogni buona intenzione».
Ceretta conclude con un appello al dialogo. «Le porte del mio ufficio sono sempre state aperte e resteranno aperte. Sono pronto a incontrare il Comitato. Peraltro, mi sembra che qualcosa sia stato fatto sia in via Foscolo, sia in via Monte Hermada. Non siamo immobili».
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