Monsignor Zorzin ai gradesi commossi: «Abbiamo vogato assieme»

Toccanti le parole del sacerdote davanti ai fedeli che hanno gremito Sant’Eufemia: «Vi porto nella memoria. Chiedo scusa a ciascuno di voi se ho mancato qualcosa»
L'ultima messa di monsignor Zorzin (Foto Bonaventura)
L'ultima messa di monsignor Zorzin (Foto Bonaventura)

GRADO. «Grazie, grazie mille, Graisani duti, ve saludo e steme ben e in nome de Dio avanti: arrivederci. Grazie». Ha concluso così il suo saluto ufficiale di congedo a Grado l’arciprete monsignor Armando Zorzin, che è stato il pastore dell’Isola per 17 anni. Lo ha fatto strappando le lacrime a tanti fedeli che hanno assiepato la basilica di Sant’Eufemia.

 

A Grado il commiato di monsigno Zorzin

 

Commosso lui nel suo saluto, ancora di più i fedeli. Il suo intervento è stato a dir poco toccante. Dopo il riferimento al Vangelo e alla significativa frase “Signore aumenta la nostra fede”, il sacerdote ha ricordato cosa aveva detto quando era venuto a Grado, come parroco, per la prima volta: «Sono io che vengo nella barca graisana anche se al timone, importante è vogare tutti assieme anche se più lentamente».

 

Il Consiglio comunale di Grado riunito saluta monsignor Zorzin che lascia l’Isola
Bonaventura Monfalcone-12.07.2015 celebrazione e sagra per i ss.Patroni-Grado-foto di Katia Bonaventura

 

«A mio avviso - ha aggiunto ieri - questo si è realizzato». Ha poi espresso una serie di ringraziamenti: a Dio, a “duta la zente graisana”, quella di ieri che riposa alle Cove e duti i citadini de Gravo: «Mi sono sentito accolto, amato, mai mi è stata chiusa una porta né istituzionale né privata, e questo mi ha sempre sostenuto nel condividere le nostre gioie e i momenti di dolore, tentando di farmi tutto a tutti per assicurare la Speranza del Signore Gesù».

Monsignor Zorzin ha anche ringraziato il variegato mondo del volontariato graisan, civile, culturale, artistico, musicale e canoro, nonchè quello ecclesiale dei cori Santa Cecilia, delle 11.30 e di Sant’Eufemia.

Un particolare accenno lo ha fatto per i Portatori della Madonna di Barbana, i quali ieri, in occasione della Giornata del Ringraziamento, hanno consegnato il consueto obolo. Spazio anche ai volontari dell’asilo che il parroco ha definito «le telecamere viventi e cordiali custodi dei nostri fantulini. Nell’asilo si raccoglie il passato dei nostri avi e si coltiva il futuro di Grado».

E ancora ringraziamenti ai preziosi collaboratori e ai sacerdoti che lo hanno affiancato: don Luigi e don Gianfranco, don Nicola e don Stefano, don Federico e don Nadir e don Gianni

E a proposito delle persone che l’hanno affiancato, ieri c’era anche padre Marciano Fontana, che ha rappresentato la vicinanza dei frati di Barbana.

 

Grado pronta al grande abbraccio di Zorzin

 

In risposta all’intervento del parroco c’è stata la preghiera di ringraziamento del Consiglio Pastorale con Claudia Pastoricchio e il saluto da parte della Corale Santa Cecilia con Annello Boemo e dell’asilo parrocchiale con la maestra Antonella.

È intervenuto, inoltre, dopo la benedizione impartita dal parroco, anche il sindaco Dario Raugna che ha parlato di «un momento di tristezza» invitando tutti ad andare avanti seguendo con passione gli insegnamenti di monsignor Zorzin.

Un’anziana signora di Sistiana accomodata sul secondo banco della navata centrale, ha aggiunto un suo commento quando ancora una volta ha visto il parroco, che si è recato in mezzo ai fedeli per portare la comunione. «Quasi da tutte le altre parti - ha commentato - sono i fedeli che devono andare incontro al sacerdote». Lo stesso commento l’ha fatto anche quando c’è stato lo scambio del segno della Pace con monsignor Zorzin che è andato a stringere le mani di tutti i rappresentanti delle associazioni, gruppi e autorità.

«Questa Grado porto via nella mia memoria e in benedizione - aveva detto poco prima l’arciprete - e chiedendo scusa a ciascuno di voi se inconsciamente ho mancato in qualche cosa, perdonatemi!. I sacerdoti passano, ma rimane la fidelis Comunitas nostra Gradi, rimane il Santo Vangelo e l’altare dell’Eucarestia, resta l’accogliente Madonna degli Angeli per confortarci e sostenerci nel cammino di fede e di vita». C’è stato un ulteriore invito da parte di monsignor Zorzin: «Ricordiamoci vicendevolmente nella preghiera e distinguetevi nell’esercizio della Carità della mente per comprendere, della Carità del cuore per perdonare, della Carità della mano per donarsi e donare».

@anboemo

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