Morsolin: «Con gli epiteti peschino nella loro storia»

la curiosità
Lenin e il compagno Stalin non li cita neanche Cristiana Morsolin. Eppure a centrodestra ci si scaglia ricorrendo a queste figure storiche. Ma non è curioso? «Io direi che hanno tanti esempi da tirare in ballo riferendosi alle loro parti politiche – replica il consigliere della Sinistra – e li inviterei a pescare dai loro riferimenti intellettuali e storici. Lenin, peraltro, non credo abbia avuto questi afflati quando decise di portar avanti il comunismo. Quanto ai riferimenti stalinisti non mi paiono un complimento». «Cisint è molto autoritaria e poco autorevole – dice –, quindi non scomoderei i grandi padri della storia». Commentando invece i recenti accadimenti «mi pare evidente che quando si lavano i panni sporchi pubblicamente e non in casa non c’è più una maggioranza: è finita». A Morsolin non sono piaciuti i riferimenti all’opposizione nel comunicato di ieri firmato da Massimo Asquini: «Lui in quelle parole si loda e si imbroda: difende le scelte, come segretario, del rimpastino del sindaco, cioè la nuova delega affidata proprio a lui. Se non è autoreferenzialità questa...». «La concentrazione di cariche e potere del sindaco – prosegue – limita le libertà. Cisint fa e disfa. Il centrodestra ha istituzionalizzato ciò. Ma la separazione delle cariche è l’abc della politica». Sui malumori emersi in maggioranza «si sta sgretolando il muro di silenzio, perché nei corridoi i mal di pancia di qualcuno serpeggiavano e a noi erano noti». «Nicoli – dice – ha un codice, una struttura: non è un politico improvvisato. Ora si è stufato. E, francamente, ce l’aspettavamo. Poi, a noi che mastichiamo di politica, appariva evidente che le defezioni di Razzini e Pacor fossero legate a situazioni di insoddisfazione». —
Ti.Ca.
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