Morte di Giò, il ministero non vuole risarcire i danni

La vita di “Giò” Schilirò si spense il 10 ottobre del 2000, pochi giorni prima del suo nono compleanno, in un tremendo incidente all’uscita di scuola a Gorizia. La dolorosa vicenda torna oggi alla ribalta a causa di un risarcimento-danni contestato.
Il ricorso del ministero
A ricorrere è il ministero dell’Istruzione che dovrebbe compartecipare al risarcimento complessivo di 316.060,31 euro. A spiegare i termini della vicenda è l’assessore comunale alle Attività legali, l’avvocato Guido Germano Pettarin. «Il ministero avrebbe dovuto pagare una quota risarcitoria visto che era stata coinvolta una maestra. Ma oggi si oppone a questo scenario in quanto sostiene che l’insegnante, avendo patteggiato, non è colpevole e quindi non deve alcunché (attraverso il ministero) come risarcimento danni. Di fronte a questa decisione, il Comune non ha potuto fare altro che presentare appello. Non possiamo rischiare che le quote vengano ripartite in maniera diversa, coinvolgendo anche il nostro ente che è uscito indenne dalla sentenza». Un atto «dovuto e fastidioso - lo ammette Pettarin -. Ma non c’erano alternative». Per questo, la giunta ha approvato nella sua ultima seduta una delibera in cui decide di costituirsi e di resistere, per i motivi di cui in premessa, nel giudizio d’appello promosso dinanzi alla Corte d’appello di Trieste dal Ministero dell’Istruzione, per la riforma della sentenza numero 755/2012 del Tribunale di Trieste, emessa in data 11.06.2012 e depositata il 09.07.2012: causa intentata dai Antonino Schilirò e Nunzia Alessandra Schilirò contro Lelia Lelia (la maestra), ministero dell’Istruzione, Iris spa, Comune di Gorizia, la funzionaria comunale Manuela Salvadei, l’autista Giacomo Ungaro, Carlo Mistretta, Milano assicurazioni spa, Unipol spa, Ina Assitalia spa, Itas Assicurazioni spa, Itas Mutua, Zurich Insurance Company Sa, assicurazioni Generali spa, per risarcimento danni a seguito della morte di Giuseppe Schilirò. La giunta ha deciso contestualmente di conferire il mandato di rappresentanza e difesa dell’ente all’avvocato comunale Stefano Piccoli.
La delibera approvata dalla giunta
Ma ecco il passaggio focale della delibera: «Con atto di citazione notificato in data 7 febbraio 2013 - si legge nella documentazione - il ministero dell’Istruzione ha appellato la sentenza di primo grado, ritenendo che nessuna responsabilità nell’incidente mortale occorso a Giuseppe Schilirò potesse essere attribuita alla maestra Lelia Bubnic, nei cui confronti non è stata pronunciata sentenza di condanna in sede penale ma solo di applicazione di pena su richiesta delle parti, ovvero di patteggiamento. Il ministero sostiene che le funzioni e le conseguenti responsabilità dell’insegnante si fossero arrestate al cancello della scuola, oltre il quale la responsabilità sarebbe gravata esclusivamente sull’ente organizzatore del servizio di trasporto degli alunni, ovvero sul Comune di Gorizia, o comunque sul conducente dell’autobus. Eventuali accordi informali, secondo i quali la maestra avrebbe fatto cenno all’autista affinché partisse, sarebbero stati assunti a titolo personale e pertanto non sarebbero idonei a fondare una responsabilità del ministero ex art. 2049 codice civile per l’operato della sig.ra Bubnic».
Come anticipato dall’assessore Pettarin, «il Comune di Gorizia ha interesse a veder confermata la sentenza di primo grado (che non ha arrecato all’ente alcun pregiudizio) o comunque a non veder modificate le statuizioni in base alle quali la sua compagnia assicuratrice di allora, l’Unipol, è stata condannata a tenere indenne l’amministrazione di ogni conseguenza della suddetta pronunzia». Da qui, la decisione di resistere.
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