Morto a 79 anni Viatori, il signore dei fiori

Il Professore, il signore dei fiori.
Questo era Luciano Viatori, spentosi ieri all’ospedale di Gorizia all’età di 79 anni. Nel suo giardino in località Groina, a Piuma, aveva creato con certosina pazienza, dal 1975, quell’eden che venivano a visitare, in primavera, da tutta Italia, Slovenia, Austria, Croazia e perfino dall’Inghilterra.
Una competenza per la botanica che superava forse, ed è tutto dire, almeno come passione, quella per la ragioneria. Viatori era stato insegnante e preside dell’istituto tecnico commerciale Fermi.
Tra i suoi ex allievi i sindaci Romoli e Valenti.
Coltissimo, con Luciano Viatori, Lucio per gli amici, si poteva discorrere di tutti gli argomenti.
Ben lungi dall’approcciarsi con saccenza, sapeva però stupire l’interlocutore attingendo da uno sterminato bagaglio culturale.
Ma come detto il suo capolavoro l’ha plasmato fra il Dosso del Bosniaco e Forte del Bosco: il giardino Viatori. Acquistò nel 1972 due ettari e mezzo di terreno con il vincolo di trasformarli in giardino: allora c’erano solo un campo di mais e alcuni cavalli bradi.
E, nel 1975, cominciò a edificare la propria abitazione. Nell’80, venne il giardino: prima ciliegi e alberi da fiore, mai conifere, poi le collezioni: di azalee, rododendri, pruni, meli, magnolie, deutzie, spiree, viburni, ceanothus e altro ancora fatto arrivare da mezza Europa; tutto pazientemente catalogato.
Alcuni alberi c’erano già: querce, robinie, frassini, ontani, carpini e aceri, ma, di fatto, com’è oggi, l’impronta è tutta del professore. Il suo sogno era ampliare ulteriormente il giardino, il cui cancello era sempre aperto e all’ingresso c’era una cassetta in legno con una timida richiesta: “Per il giardino... Grazie”. Perché Viatori non ha mai domandato un soldo.
Il professor Luciano apparteneva a una storica famiglia di panettieri e pasticceri che può vantare un aneddoto curioso: suo padre cambiò per ben sei volte la cittadinanza: da austriaca a italiana, poi tedesca, jugoslava per 40 giorni, del territorio libero di Trieste, fino a tornare italiana.
Lascia i fratelli Miro e Livio e i nipoti. Ancora da definire data e orario del funerale.
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