Morto Aldo Clemente, “anima” dei profughi giuliani e dalmati

È morto a Roma all’età di 94 anni Aldo Clemente, cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica. Ma soprattutto “anima” dell'Opera per l'Assistenza ai profughi giuliani e dalmati. Che oggi ne piangono la scomparsa. Nato a Trieste il 21 ottobre del 1920, Clemente è arrivato a Roma il 1947 dopo essere stato per due anni segretario provinciale dell’Associazione “Orfani di guerra” di Trieste. A Roma ha ricoperto l’incarico, dal ’47 al ’49, di segretario del Comitato nazionale per i rifugiati italiani e dal 1949 al 1979 è stato segretario generale dell’Opera assistenza profughi giuliani e dalmati, ente creato nel Dopoguerra e preposto alle iniziative di tutela e di sviluppo delle comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati dai territori ceduti con il trattato di pace all'ex Jugoslavia.
In quei lunghi 30 anni, e anche oltre, l’attività di Clemente è stata rivolta unicamente all’inserimento dei profughi nel mondo del lavoro (per 60mila di loro è stato trovato un posto), rimpiantando 1.162 aziende artigianali e attività commerciali. Uno dei suoi momenti più alti, e di grande valore sociale, è stata la realizzazione di 7.733 alloggi, gran parte dei quali nel quartiere “giuliano dalmata” di Roma e in borghi intitolati ai santi giuliani dalmati nelle province di Trieste e Gorizia. E anche in altre zone d’Italia.
L’incarico di ricostruire un’esistenza nuova e una dignità ai tanti profughi gli era stato conferito dal governo, incarico che ha portato a termine tra mille difficoltà ma con altrettanta determinazione. E molte di queste case dagli anni Cinquanta in poi sono state realizzate nella cintura triestina, come a Opicina o a Borgo San Nazario o a Sistiana. Oggi, chi lo ha conosciuto in quel periodo e negli anni successivi, gli riconosce un merito fondamentale, di avere cioè inciso notevolmente con la sua attività nella crescita della città, da un punto di vista economico e urbanistico, in un periodo in cui Trieste usciva da un lungo Dopoguerra. Chi ricorda ancora il suo dinamismo al servizio della città “sempre in punta di piede” ma determinato. Trieste è stata influenzata positivamente allora dalla sua grande capacità di realizzare opere che non sembrava possibile portare a termine.
Aldo Clemente da qualche tempo era ospite di una casa di riposo a Roma, non ha mai accusato particolari problemi di salute, fino all’altra sera. Mercoledì si è sentito male e dopo il ricovero in ospedale si è spento serenamente. Abitava a due passi dal quartiere “giuliano dalmata”. Lascia la moglie e quattro figli (tre donne e un maschio). I funerali si svolgeranno domani alle 10.30 nella Chiesa di San Marco in Agro Laurentino, nel quartiere dei giuliani e dei dalmati della Capitale. Cordoglio a Trieste alla notizia della sua scomparsa. Clemente tornava nella sua città ma sempre meno, data anche l’età.
«È stata una persona eccezionale - afferma con commozione Roberto Sancin, presidente dell’Associazione Triestini e Goriziani a Roma - apprezzata da tutti per la sua umiltà e cortesia. Anche se non risultavano dal suo dinamismo. Ha fatto del bene a tantissimi, soprattutto ai profughi che a lui devono molto. Era un grande, la sua scomparsa ci lascia veramente più soli».
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